Due anni di ricerca per ricostruire la memoria del campo di internamento di Villa La Selva. Un luogo incantevole, immerso nelle colline ripolesi, divenuto teatro di una terribile pagina di storia durante gli anni bui del nazifascismo. Se ne parlerà domani, giovedì 28 aprile, alle 16.3,0 alla Biblioteca comunale di Ponte a Niccheri con un’iniziativa promossa dal Comune e dall’associazione Do not forget onlus – Per non dimenticare, alla presenza tra gli altri delle due ricercatrici dell’Università di Firenze che hanno condotto lo studio.
Previsti gli interventi dell’assessora alla cultura Eleonora Francois, di Ugo Caffaz, rappresentante della Comunità ebraica di Firenze, del presidente dell’associazione Do not forget onlus Giovanni Cipani. La professoressa Valeria Galimi, coordinatrice della ricerca, illustrerà “Il sistema di internamento e di reclusione in Toscana 1940-1944: bilancio e prospettive di un progetto”. Mentre la professoressa Chiara Renzo, che ha condotto lo studio, introdurrà ai presenti “Il ‘campo di concentramento’ di Bagno a Ripoli: gli internati e la vita nel campo”.
Il progetto si è concentrato sul complesso sistema di reclusione e internamento fascista, prendendo in esame la pluralità dei provvedimenti di controllo e repressione sociale utilizzati dal governo fascista e dalla Repubblica Sociale Italiana tra il 1940 e il 1944: l’internamento libero, l’internamento nei campi di concentramento, la detenzione dei prigionieri di guerra, il lavoro coatto, e la rete dei campi provinciali attivi nella Repubblica Sociale Italiana. Ponendo l’attenzione sulla storia e la memoria dei luoghi dell’internamento in Toscana, il progetto ha individuato e mappato circa novanta località di internamento libero, quattro campi di concentramento, quattro campi provinciali della Repubblica Sociale Italiana, sei campi per prigionieri di guerra e circa venti “distaccamenti lavoro”.