La tassa decisa dal Comune di Bagno a Ripoli sul trasporto dei defunti verso i cimiteri e l’impianto di cremazione di Ponte a Ema è annullata. Lo ha deciso il Tar Toscana con una sentenza che accoglie il ricorso proposto da Parrocchia di San Piero a Ema e Confraternita del Ss. Sacramento di San Piero a Ema, e costringe il Comune a restituire le tasse incassate fino ad oggi ed anche a pagare le spese legali (3.500 euro).
Un analogo pronunciamento c’era stato nel dicembre del 2019 (vedi articolo) nei confronti della disposizione che prevedeva la tassa solo per le salme in transito verso il crematorio. Il Comune aveva pensato di correggere il provvedimento con una nuova delibera, approvata dal Consiglio comunale il 6 luglio scorso, con la quale estendeva la tassa al trasporto verso tutti i cimiteri oltre che al crematorio di Ponte a Ema. Contenporaneamente otteneva, con un ricorso al Consiglio di Stato, di non dover provvedere alla restituzione delle tasse fino a quel momento incassate, in attesa della nuova sentenza, emessa dal Tar Toscana due giorni fa.
Erano esentati dalla tassa i residenti nel comune di Bagno a Ripoli e quelli dei comuni limitrofi se appartenenti alle parrocchie ripolesi. Pagavano 100 euro i residenti nel resto della Città metropolitana, 150 quelli fuori da questi confini.
Secondo i giudici del Tar l’istituzione del pagamento del diritto fisso “costituisce misura oggettivamente idonea ad incidere sui ricavi e, quindi, a compromettere l’equilibrio economico della gestione” del crematorio. “Sussiste inoltre – continua la sentenza del Ter – un evidente difetto di istruttoria in relazione alla misura della tassa la cui istituzione in quanto finalizzata alla copertura dei costi amministrativi connessi al trasporto delle salme verso i cimiteri comunali avrebbe dovuto essere preceduta da una analisi degli stessi”.
In sostanza secondo i giudici l’istituzione di un diritto fisso non è illegittimo di per sé, ma “qualora il Comune di Bagno a Ripoli intenda nuovamente reiterare l’istituzione del diritto” – si afferma nel dispositivo della sentenza – l’ammontare deve essere sostenuto da un’analisi dei costi amministrativi sostenuti e deve tenere conto dell’equilibrio economico della convenzione stipulata con la Confraternita.
La battaglia legale sulla “tassa sul morto” pare quindi destinata a una nuova puntata.