Generale calo dei reati nei comuni del Chianti fiorentino, con una situazione a macchia di leopardo a seconda dei diversi territori. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati 2017 effettuata dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, riunito stamani (mercoledì 11 luglio) in Prefettura, per fare il punto della situazione. Al tavolo, presieduto dal vice prefetto vicario Tiziana Tombesi, sedevano i vertici provinciali delle forze dell’ordine e i sindaci di Bagno a Ripoli, Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti, Impruneta, San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa. Confermato l’attuale presidio del territorio, che vede un positivo impegno comune tra le forze dell’ordine e le polizie municipali, mirando gli interventi nelle zone più esposte.
Rispetto al 2016, diminuiscono i furti in genere a Bagno a Ripoli, Barberino Val d’Elsa, Impruneta e San Casciano, crescono a Tavarnelle, sono stazionari a Greve in Chianti. Calano ovunque le rapine, tranne a Bagno a Ripoli (da 2 a 3), e i furti di autovetture. Arretrano anche le truffe e frodi informatiche, nonché i danneggiamenti.
I dati complessivamente non destano allarme, anche se i reati predatori (in particolare i furti nelle abitazioni), che colpiscono le persone nella loro sfera più intima, incidono fortemente sulla percezione di sicurezza, creando apprensione sociale nelle diverse realtà locali. E’ questa una problematica avvertita da tutti gli amministratori intervenuti alla riunione, i quali hanno deciso di intensificare gli incontri con le proprie comunità per rassicurarle e spiegare, dati alla mano, i risultati ottenuti grazie alla positiva sinergia tra le forze dell’ordine e le polizie municipali, la cui presenza sarà comunque rimodulata secondo le peculiarità dei diversi territori (via di accesso, piccole frazioni, case isolate), puntando anche a contrastare obiettivi specifici (con particolare riguardo ai furti nelle strutture ricettive agrituristiche, fenomeno particolarmente avvertito in alcune zone del Chianti).
Un valido aiuto potrà venire anche da un maggior uso delle misure di difesa passiva da parte dei privati (come porte blindate e videosorveglianza), ma anche il ricorso a semplici precauzioni e cautele. I controlli saranno tanto più efficaci quanto maggior sarà la collaborazione tra cittadini e forze di polizia, secondo quel modello di sicurezza partecipata che ha dimostrato di essere una carta vincente.