Firmato l’accordo tra azienda e sindacati per la vertenza Pineider, marchio storico fiorentino, su cui da oltre un mese era stato aperto un tavolo in Regione Toscana. La proprietà conferma la procedura di licenziamento collettiva con nove esuberi tra i trentacinque lavoratori dell’azienda (23 sono impiegati nello stabilimento di Vallina a Bagno a Ripoli, gli altri nel negozio in piazza Rucellai a Firenze), ma si rende disponibile all’utilizzo di più strumenti per mitigarne l’impatto sociale: dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali (dodici mesi di contratto di solidarietà che partiranno il 6 giugno) alla ricerca ed individuazione, tramite un advisor, di aziende interessate all’assunzione di lavoratrici e lavoratori in esubero e il proseguo delle attività di pregio che l’azienda intende dismettere, dagli incentivi all’esodo alla dota di ricollocazione di 10 mila euro a lavoratore e il supporto, tramite un’azienda specializzata, per la ricerca di un nuovo impiego.
“Le istituzioni e il sindacato hanno richiamato spesso l’azienda alla sua responsabilità d’impresa, stigmatizzando la scelta di dismettere professionalità storiche artigianali prettamente fiorentine: auspichiamo che queste trovino chi le sappia valorizzare e apprezzare. Siamo chiaramente ancora amareggiate per la volontà di Pineider di dismettere questo suo personale storico e queste competenze; l’accordo siglato oggi vuole sancire il principio che queste professionalità vanno difese e tutelate. Quel che è stato ottenuto è frutto della mobilitazione e della dignità di questi lavoratori e lavoratrici, ringraziamo infine le istituzioni per l’impegno profuso. Monitoreremo sul rispetto dell’accordo”, dichiarano Chiara Liberati di Filcams Cgil Firenze e Laura Scalia di Cgil Chianti.
“È stato chiuso un accordo che, viste le criticità iniziali, lenisce al massimo gli effetti della procedura di licenziamento, con l’attivazione degli ammortizzatori sociali e soprattutto con la costruzione di un percorso per la ricerca di nuovo impiego per i lavoratori in uscita, in cui tutte le parti, inclusa l’azienda, sono coinvolte. Continueremo a vigilare attentamente – afferma il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini – affinché Pineider resti fortemente collegata e radicata sul territorio, e per garantire la tutela dei lavoratori in azienda. Ci rendiamo disponibili nei confronti dell’azienda per aprire una riflessione sulle opportunità di rafforzamento e crescita offerte anche dai nuovi strumenti urbanistici di cui il Comune sta per dotarsi”.
“Questa partita per noi non finisce qui – commentano il consiglierere del presidente Giani per le crisi aziendali, Valerio Fabiani, e l’assessora del Comune di Firenze Benedetta Albanerse – Monitoreremo come la situazione si evolverà nei prossimi anni e ci saremo ancora, a disposizione con tutti gli strumenti che le istituzioni possono mettere in campo”. “Valorizziamo oggi – sottolineano – il passo in avanti comunque fatto e cerchiamo di farne uno ulteriore nei prossimi mesi”. Subito dopo Fabiani e Albanese hanno incontrato i lavoratori oggetto di esubero: assieme a Chiara Liberati della Filcams, Laura Scalia della Cgil Firenze e Stefano Nidiaci della rappresentanza sindacale, assieme al sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini e ad Alberto Cristianini per la Città metropolitana.
Alla firma dell’accordo, che ha ricevuto il via libera dei lavoratori, a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione, c’era oggi per l’aziende Giuseppe Rossi, assistito dall’avvocato Orso Giacone, e Paola Fabbrini per Confindustria Firenze.
Pineider, dal 1774 una delle eccellenze fiorentine nell’incisoria, nella stampa a rilievo e anche nella pelletteria ed oggettistica, controllata da Rovagnati da cinque anni, aveva comunicato a fine marzo l’intenzione di procedere con nove licenziamenti, con l’intenzione di rivolgersi a fornitori esterni per alcune attività. Ad essere interessati gli addetti della stamperia e della logistica.