Il maxi ritardo nei lavori per la Variante di Grassina (vedi articolo) e il punto sulle grandi opere nel territorio di Bagno a Ripoli in questa intervista esclusiva con il sindaco Francesco Casini.
Sindaco, come commenta il clamoroso ritardo dei lavori alla Variante ammesso dall’ingegner Ferrante, responsabile del progetto per la Città metropolitana?
Sono molto arrabbiato e deluso. Ma non serviva l’ammissione dell’ingegner Ferrante della Città metropolitana per scoprire che i lavori sono in ritardo. Ce ne siamo tutti accorti subito, noi come Comune e i cittadini, e lo abbiamo palesato preoccupati a più riprese, fin da quando i cantieri sono partiti molto più tardi rispetto alla posa della prima pietra, il 1° aprile 2017. Però lo dico chiaramente: la Variante serve e sarà portata in fondo. A Grassina per anni si è pensato solo a costruire e adesso c’è assolutamente bisogno di un balzo in avanti sul fronte della vivibilità. Ritardi o no, si deve andare avanti.
Il Comune non ha responsabilità dirette, ma quando si indossa un caschetto giallo e ci si fa fotografare alla posa della prima pietra, una responsabilità politica c’è: pensa di aver fatto il possibile per scongiurare questo problema? Era a conoscenza dell’ammontare del ritardo?
Abbiamo fatto di tutto per far partire i lavori prima possibile. I tecnici della Città metropolitana erano i primi ad essere fiduciosi. Ma dopo la posa della prima pietra, la ditta ha dato subito prova di essere poco attendibile non rispettando il cronoprogramma e le prime scadenze dei lavori. Abbiamo fatto decine di viaggi e riunioni in Città metropolitana per un confronto e un lavoro serio e serrato tra istituzioni e la ditta; istituito il Comitato di vigilanza della Variante per il continuo raccordo tra Comuni, tra i nostri tecnici e quelli della Città metropolitana e la Regione. Ogni settimana, il martedì, facciamo un sopralluogo di aggiornamento sul cantiere per vedere direttamente lo stato di avanzamento dei lavori. Questo impegno deve proseguire e deve essere intensificato.
Ha in mente qualche azione anche per rispondere al malumore dei cittadini?
C’è un’unica azione possibile: chiedere l’immediata rescissione del contratto con la ditta se non dimostrerà da subito maggiore serietà e non produrrà un nuovo cronoprogramma attendibile, che possa essere davvero rispettato, per la realizzazione dell’opera. È una possibilità che non mi sento di escludere, anzi la reputo ormai molto probabile.
Siete impotenti di fronte al problema delle imprese che battono la fiacca sui lavori (vedi anche il caso Michelet)?
L’impotenza delle amministrazioni pubbliche spesso dipende dalle normative di gara che possono prevedere aggiudicazioni al ribasso e che soprattutto non sempre forniscono agli enti pubblici strumenti efficaci per tutelarsi davanti alle ditte inadempienti. Questi strumenti vanno creati al più presto. Così come andrebbe creato un ‘libro nero’ delle ditte che non rispettano tempistiche e contratti, dando la possibilità alle amministrazioni di esprimere un giudizio finale, un “voto”, sull’operato di un’azienda, così come potrebbe fare qualsiasi cliente privato. Questa classifica dovrebbe avere un peso, incisivo e determinante, nella valutazione qualitativa e nella fase di aggiudicazione di un appalto, che deve premiare solo le ditte virtuose e affidabili. C’è poi un problema legato al rispetto delle rendicontazioni che se non vengono eseguite entro un certo periodo fanno perdere i finanziamenti. La Michelet, ad esempio, rientra in questa casistica. Ma questo problema non c’è per la Variante alla Chiantigiana. Proprio per questo, lo ripeto, potremmo permetterci di rescindere il contratto con la ditta se i termini continueranno a non essere rispettati.
Nel territorio di Bagno a Ripoli ha anche i lavori della terza corsia e quelli dell’ospedale. Anche questi non dipendono dal Comune ma in che modo può tutelare la comunità? Immagini se dovesse esserci un “caso Variante” quando verrà ristrutturato il parcheggio davanti all’ospedale o demolito il cavalcavia di via Romanelli all’Antella: il rischio di cantieri infiniti va scongiurato.
Abbiamo lavorato molto perché sul nostro territorio partissero le grandi opere che erano molto attese dai cittadini. L’ospedale è sicuramente la più importante poiché interessa la salute della popolazione; la terza corsia è un’opera di carattere nazionale, prevista già – non dimentichiamolo – alla fine degli anni ’90; la Variante di Grassina è un’opera regionale, metropolitana e intercomunale che interessa anche Greve e Impruneta. Non è una casualità se queste opere sono partite in questi anni. Tra tutte queste opere, solo nel caso della Variante la ditta non sta dimostrando né solidità né serietà. Per le altre opere i cantieri stanno procedendo spediti e le interferenze saranno gestite adottando le soluzioni migliori e condivise con la cittadinanza senza creare disagi particolari. La chiusura dei sottoponti sulla Chiantigiana per l’ampliamento dell’A1 dimostrano che i cantieri possono essere impattanti ma possono essere gestiti in maniera sostenibile con una buona organizzazione dell’Amministrazione e pazienza e collaborazione da parte dei cittadini.
Il progetto della Variante non le è mai piaciuto, ma ormai è quello su cui si lavora. Sul doppio ponte di Vallina nessuna perplessità che si tratti di un’opera faraonica e che forse due ponti normali potrebbero avere la stessa funzione ma un minor impatto ambientale?
Non ho mai fatto mistero che l’attuale progetto della Variante non è quello che avrei voluto. Ma come già detto, sono cinquant’anni che aspettiamo il bypass di Grassina. Andava realizzato molto tempo fa, magari negli anni ’80 – ’90, quando le risorse erano maggiori, ancora si potevano accendere mutui e poteva essere finanziato un progetto più impegnativo come la galleria. Oggi non potevamo che accettare questo progetto se volevamo la Variante. Il doppio ponte di Vallina è altrettanto importante. Per avere un’opera ben fatta, servono però i giusti finanziamenti. Non si tratta di un’opera faraonica, ma di una bella infrastruttura, realizzata da uno dei maggiori studi di architettura al mondo. In questi anni, insieme al governo precedente e al viceministro Nencini, abbiamo portato il progetto fino alla fase definitiva. Vedremo se il nuovo governo, con il ministro Toninelli, sarà all’altezza del precedente e se vorrà portare avanti gli impegni presi da oltre venti anni.
Che ne è del “treno a Bagno a Ripoli” promesso in campagna elettorale? Perché non sono partiti i lavori alla passerella ciclopedonale da Vallina alla stazione di Compiobbi?
In due anni abbiamo recuperato risorse, oltre due milioni di euro finanziati dal bando periferie del governo tramite la Metrocittà. Il progetto è in fase avanzatissima e restano da superare difficoltà sul territorio del Comune di Fiesole. Sono assolutamente fiducioso, nel giro di un anno sono convinto che l’opera andrà a gara.
I continui ritardi dei lavori (Variante, Terza corsia, giardino Michelet) non sono un bel viatico in vista degli interventi antisimici alla Redi e all’ampliamento della scuola del Padule. Come garantire che gli studenti non debbano subire disagi più del previsto?
Abbiamo avviato un piano di opere pubbliche che non si vedeva da decenni. Si sta parlando di decine di opere pubbliche iniziate e regolarmente portate a termine in soli quattro anni. Solo la Michelet ha subito un ritardo, oltre ovviamente alla Variante. Per le due scuole, la Redi e la scuola del Padule, tutto è concordato al dettaglio e non vedo alcun motivo di preoccupazione.
Su Facebook ha risposto ad una cittadina, rassicurandola sull’installazione di impianti di condizionamento in nidi e scuole di infanzia: dove e quando sono previsti?
Entro fine novembre saranno installati in tutti i nidi, per un maggiore e migliore comfort climatico. Anche per il periodo invernale. Questa estate, intanto, godiamoci il nuovo impianto di condizionamento collocato nella Biblioteca comunale.