Non c’è ancora la fumata bianca sulla scelta dell’impresa che dovrà realizzare la Variante di Grassina. La commissione tecnica (architetto Luca Gentili della Città Metropolitana, ingegner Andrea Focardi e architetto Alberto Migliori del Comune di Bagno a Ripoli) non ha ancora esaurito l’esame delle proposte che nel luglio scorso sono arrivate da 16 ditte che hanno risposto al bando di gara.
Per conoscere il nome dell’impresa che si aggiudicherà l’appalto da 16,5 milioni di euro (primo lotto da Ponte a Niccheri a Ghiacciaia), sarà necessario attendere ancora un paio di settimane. I tre tecnici hanno ristretto il campo della valutazione a 5 o 6 offerte e in questi giorni stanno ultimando i confronti. A far allungare i tempi ci si è messa anche l’emergenza sanitaria che costringe a riunioni in remoto, più complicate soprattutto quando si devono verificare documenti e planimetrie.
Comunque entro la metà di novembre dovrebbe esserci l’aggiudicazione provvisoria. Dopodiché l’impresa vincitrice dovrà presentare il progetto esecutivo con eventuali modifiche e varianti proposte in fase di bando.
Il tempo necessario dipende dal numero e dall’entità delle modifiche previste, se riguardano solo la cantierizzazione o anche il progetto vero e proprio. Un soggetto esterno verificherà la rispondenza tra elaborati e quanto dichiarato nell’adesione al bando.
Solo a quel punto si avrà l’aggiudicazione definitiva con la firma del contratto di appalto, al quale sarà allegato il progetto esecutivo in modo che il controllo del committente (la Città Metropolitana) possa essere puntuale su tempi, metodi e realizzazioni. Infine la consegna dei lavori e la riapertura dei cantieri: ipotesi primavera 2021.
Basta è una vicenda ridicola segno del nostro beneamato paese!
Mi auguro che il progetto venga modificato. Sicuramente c’è un modo per evitare lo scempio della collina di via di Belmonte! Si potrebbe seguire la strada già in essere, allargandola, oppure raddoppiandola, o costruire una galleria che dalla biblioteca buchi la collina ed esca dove c’è tanto spazio per far passare una strada senza danneggiare la zona più vicina alle case. Ci deve essere un’alternativa alla posa in opera di pilastri di cemento su cui appoggiare la prima parte della variante, ci deve essere un modo che tuteli chi vive in prossimità della futura variante e impedisca il rumore, lo smog e il disastro paesaggistico. Impossibile pensare che nessuno riesca ad ottimizzare la realizzazione della strada puntando ad ottenere un risultato ecosostenibile e all’avanguardia. La zona è già abbastanza stravolta dall’ampliamento dell’autostrada e dell’ospedale, perché aggiungere altro? Non è stato costruito abbastanza?
Asfalto e cemento continuano ad avanzare!
Io continuo a sperare in un miracolo!