Sono passate solo un paio di settimane dalla ripresa dei lavori della Variante di Grassina (dopo quasi cinque anni di sospensione) e il cantiere batte già la fiacca.
A Ponte a Niccheri stamani erano al lavoro tre o quattro operai. Una ruspa in movimento e le altre tristemente immobili. Ad animare l’attività solo i camion che trasportano via la terra scavata.
Ancora completamente abbandonati i cantieri aperti a suo tempo lungo il tracciato tra via di Belmonte e via Lilliano e Meoli, nella valle del Borro delle Argille, e a Giacciaia, dove la Variante dovrà ricollegarsi a via di Tizzano.
Non solo. Oltre alla scarsa attività, al cantiere di Ponte a Niccheri non vi è traccia delle informazioni di legge sui lavori della Variante. Nei giorni scorsi è apparso solo un cartello che informa sull’attività di Publiacqua, impegnata a spostare alcuni sottoservizi (le cosidette “interferenze”). Anche se, come si può notare, è il pannello dell’accordo quadro per lavori di manutenzione reti del ciclo idrico integrato nel Comune di Firenze, ma qui siamo a Bagno a Ripoli.
Nessun pannello sull’Rti (Raggruppamento temporaneo di imprese) guidato dalla Rosi Leopoldo (che compare anche fra le imprese che lavorano per Publiacqua) che si è aggiudicato l’appalto della Variante di Grassina, con le indicazioni della data di consegna lavori e del numero dei giorni per terminare l’intervento.
Qualche dubbio sorge anche sul rispetto delle norme di sicurezza. Nelle immagini, scattate stamattina, si nota che qualche operaio non indossa il caschetto protettivo. Non è obbligatorio per tutti coloro che operano in un cantiere?
Oramai è palese a tutti, pure a chi ci lavora è un progetto di una inutilità spaventosa,gli unici a crederci sono alcuni politici e chi ha le case lungo la strada in centro a Grassina, ogniuno per i suoi personali motivi. Vedremo sparire i pocho e spaturi negozi che ancorea resistono.