Variante di Grassina, sotto la cenere, o meglio le erbacce che ormai hanno invaso i cantieri abbandonati da un anno, cova il “fuoco” della vertenza legale. Da fonti autorevoli della Città metropolitana erano filtrate notizie confortanti (per l’ente) su come fosse andata la prima udienza, ma Moreno Messori, presidente della Sirem (l’impresa a cui è stato revocato l’appalto e per questo ha portato l’ente pubblico in Tribunale chiedendo 8 milioni di risarcimento danni) offre una versione molto diversa di quale sia il punto della situazione, in questa intervista esclusiva a QuiAntella.
Prwesidente Messori, avete trovato un accordo con la Città metropolitana su quanto deve liquidare a Sirem per i lavori fatti?
No, il giudice ha invitato le parti a tentare la conciliazione della controversia. L’invito è stato accolto dall’impresa e da Città metropolitana di Firenze. Le parti si incontreranno a breve.
Secondo quanto ha fatto filtrare la Città metropolitana, alla prima udienza il perito del Tribunale avrebbe sostenuto che le interferenze (cioè tubature e cavi delle utenze) erano risolvibili in qualche giorno di lavoro e non costituiscono una giustificazione per i ritardi, mentre alcune andavano affrontate proprio durante i lavori. Conferma questa versione? In caso contrario può fornire la perizia?
L’informazione è errata. Il Ctu (Consulente tecnico d’ufficio) ha confermato che il 75% dei lavori (dato rilevantissimo) era ineseguibile quale conseguenza della permanenza delle interferenze. Alcune richiedevano pochi giorni di lavoro altre lavorazioni più complesse. Per tutte le interferenze era comunque necessario che Città metropolitana e Enti erogatori trovassero un accordo sulle modalità di spostamento delle linee e Città metropolitana ne affidasse l’esecuzione (lo spostamento delle linee interferenti, è un dato fondamentale ai fini del contendere, non faceva parte dell’appalto di Sirem), sostenendone i costi. Il problema è nato dal fatto che nel piano finanziario dell’opera, Città metropolitana non aveva allocato alcuna somma per queste attività sull’errata convinzione che fosse a carico degli Enti erogatori (comunque non certo dell’appaltatore). La perizia sarà da noi resa disponibile in caso di insuccesso delle trattative in corso. La sua consegna alla stampa in questa fase potrebbe pregiudicarne lo svolgimento. Qualora Città metropolitana decidesse però di consegnarvela, da parte nostra non ci sarebbe ovviamente alcuna obiezione.
Complessivamente come è andata la prima udienza?
Come sempre, la prima udienza è interlocutoria. Nello specifico è stato preminente il tema della possibile conciliazione della controversia.
Quando è stata fissata la prossima udienza?
Il 25 settembre 2019.
Gira voce che la Sirem sia fallita o comunque sull’orlo del fallimento. Cosa può dire su questo?
Sciocchezze o “interessate” illazioni. Pur tuttavia aver lavorato quasi due anni in condizioni di estrema difficoltà, accumulando quindi costi consistenti, senza ricevere alcun pagamento da parte di Città metropolitana, ha indubbiamente creato qualche problema; è in ogni caso del tutto falso che abbia generato situazione di insolvenza della società. Infine, mi lasci aggiungere, che purtroppo erano centrate le nostre previsioni: a quasi un anno di distanza nulla è stato ripreso, segno inequivocabile della bontà delle nostre argomentazioni.
Caro Francesco,
nel mio piccolo mi sento di dire che, qualora si addivenga ad un accordo che implichi un sia pur minimo indennizzo a favore di Sirem, sarebbe atto dovuto procedere contro i responsabili dell’amministrazione per danno erariale.
Purtroppo rimango convinto che pagherà Pantalone!