Un vademecum sul “Controllo di vicinato” è stato diffuso dall’Amministrazione comunale che ieri pomeriggio (martedì 19 marzo) ha presentato l’iniziativa alla cittadinanza, nella sala Falcone e Borsellino del municipio. Il vademecum (che trovate integralmente in fondo all’articolo) è diviso in tre parti: Filosofia del progetto; Attuazione operativa del progetto; Consigli pratici per contrastare i reati predatori. A presentarlo il sindaco Francesco Casini, il comandante della Polizia municipale Filippo Fusi, il responsabile del progetto ispettore Moreno Bosco e il coordinatore del “Controllo di vicinato” Maurizio Andorlini, ex comandante della Polizia municipale di Bagno a Ripoli, Fiesole e Sesto.
Nei prossimi giorni inizieranno le riunioni di ambito. Il coordinatore Andorlini e l’ispettore Bosco incontreranno i vari gruppi che si stanno formando (già cinque quelli attivi), con i rispettivi coordinatori, per una formazione più dettagliata su come agire nelle varie situazioni, quali sono le circostanze meritevoli di segnalazione e le modalità operative da seguire. A loro verrà consegnata una versione ampliata del vademecum. Sono un’ottantina al momento i cittadini interessati al progetto, abitano nelle zone di Bagno a Ripoli, Antella, Grassina, Osteria Nuova, Case di San Romolo, Villamagna, Vallina, Castelruggero e Bigallo.
Ecco alcune domande e risposte per chiarire come funziona il “Controllo di vicinato”.
Come nasce il progetto “Controllo di vicinato”?
E’ un’iniziativa del Comune di Bagno a Ripoli su precise direttive della Prefettura di Firenze, come già avvenuto in altri comuni.
A chi si rivolge?
A tutti i cittadini di Bagno a Ripoli.
Quali sono i compiti dei cittadini?
Ci sono due livelli: il livello base prevede l’inserimento in un gruppo whatsapp della propria zona di residenza per la segnalazione di situazioni o persone sospette, atti vandalici, degrado. Il cittadino deve esclusivamente osservare con attenzione e segnalare al proprio coordinatore. Il secondo livello è, appunto, quello di coordinatore di un gruppo whatsapp. Questi raccoglie le segnalazioni e le comunica al “coordinatore dei coordinatori” (Andorlini) che le valuterà e le passerà alle forze dell’ordine per l’intervento o l’avvio di indagini.
Il cittadino inserito nel “Controllo di vicinato” può fare interventi diretti?
No, è assolutamente proibita qualsiasi forma di ronda o pattugliamento. Il compito è osservare e segnalare. Vietato il “fai da te”.
Cosa deve fare il cittadino nel caso assista ad una flagranza di reato o a una situazione di pericolo?
Prima di tutto chiamare i numeri di emergenza 112, 113 o quello della Polizia municipale 055631111. In un secondo momento segnalare il fatto al proprio coordinatore.
Qual è il fine del “Controllo di vicinato”?
Creare una rete di controllo sociale, recuperando il senso di comunità, che renda meno facile l’azione dei malintenzionati.
Quanti gruppi whatsapp sono possibili?
Non c’è un limite. Sono già partiti i primi gruppi sperimentali, altri se ne stanno formando in base ai cittadini che si sono offerti di fare da coordinatori (le cui candidature vengono accuratamente vagliate dalla Polizia municipale).
Quali caratteristiche deve avere un gruppo whatsapp per il “Controllo di vicinato”?
Raccogliere e mettere in collegamento fra loro cittadini di una stessa zona (strada, quartiere, frazione)
Cosa deve fare un cittadino che vuole essere inserito in un gruppo whatsapp?
Contattare la Polizia municipale per telefono o per mail e chiedere qual è il gruppo più vicino alla sua zona di residenza.
Il cittadino che fa parte del “Controllo di vicinato” può pubblicare sui social le proprie segnalazioni?
No, è assolutamente vietato diffondere le informazioni al di fuori del gruppo whatsapp. Al momento della costituzione dei gruppi dovrà essere firmato un apposito codice di comportamento da parte di tutti i membri e dal coordinatore.
Le zone con attivo il “Controllo di vicinato” saranno segnalate?
Sì, con un’apposita cartellonistica.