“Ci unisce il senso di paura. C’è chi è già stato visitato dai ladri e chi lo teme”. Tante proposte, magari alcune troppo fantasiose, altre difficili da attuare, altre ancora molto costose: però i cittadini che ieri sera, all’Acli di Grassina, hanno dato vita ad una riunione pubblica sul tema dei furti nella zona ha mostrato, quanto meno, la volontà di partecipare. E, come ricordava Gaber in una sua celebre canzone, “libertà è partecipazione”. L’iniziativa era nata spontaneamente qualche settimana fa dopo la costituzione del gruppo whatsapp “Grassina in sicurezza”. L’incontro doveva servire ad uno scambio di opinioni sul tema dei furti nelle case ed elaborare proposte da sottoporre al Comune e alle forze dell’ordine. Un po’ di delusione fra i presenti per la scarsa partecipazione, una ventina di persone, su un tema che ha invece sempre una grande eco sui social e sugli organi di informazione. Insomma, se la riunione di ieri sera fosse presa a termometro della situazione, si dovrebbe dedurre che il problema-furti praticamente non c’è.
Tuttavia va considerato che viviamo tempi di grande disimpegno. I cittadini sono disillusi e scettici sulla possibilità di incidere nelle scelte che li riguardano. Per questo la riunione di ieri costituisce comunque un seme di disponibilità a mettersi in gioco direttamente. Ma, come è stato più volte ribadito, nella piena legalità e correttezza e in collaborazione con le istituzioni. Niente proposte di ronde o scicchezze simili, per intendersi.
Le osservazioni emerse dai partecipanti, che non hanno ancora una veste organica, riguardano vari aspetti che incidono sul senso di insicurezza dei cittadini. Quello maggiormente “gettonato” è la chiusura notturna della stazione dei Carabinieri di Grassina e dello scarso pattugliamento: “In quelle ore non ci sentiamo tutelati”. Ci sono sate richieste di maggior illuminazione in strade oggi amantate dall’oscurità, di studiare la possibilità di coinvolgere istituti di vigilanza privati nel controllo del territorio, di potenziare la rete di videosorveglianza collegando alla centrale operativa della Polizia municipale anche le telecamere dei privati (un’ipotesi accennata dallo stesso sindaco Casini durante un’assemblea a Grassina qualche settimana fa), come è stato fatto, pare con sucesso, a Cesena.
Presente alla riunione il presidente del Consiglio comunale, Francesco Conti, che ha riportato un dato emerso nell’incontro avuto qualche ora prima con la prefetta Laura Lega: i furti a Bagno a Ripoli sono diminuiti del 13% negli ultimi tre anni. “Nonostante questo – ha detto Conti – La percezione dei cittadini su questo problema va ascoltata”. Ed un incontro con i cittadini, specifico sul tema furti, con il sindaco Casini e con i responsabili delle forze dell’ordine verrà richiesto nelle prossime settimane.
Proprio ieri pomeriggio in Prefettura è stato firmato il protocollo d’intesa – progetto “Controllo di vicinato” – tra la prefetta Lega e ventisei sindaci del territorio metropolitano, fra cui Bagno a Ripoli, alla presenza dei vertici provinciali delle forze dell’ordine.
L’iniziativa, annunciata nei giorni scorsi, nasce con l’idea di rafforzare ulteriormente la partecipazione civica per prevenire quei “fenomeni che turbano l’ordinato vivere civile e generano insicurezza collettiva”, come recita il protocollo, e con l’intento di garantire un’applicazione organica e uniforme della materia su tutto il territorio provinciale.
“Nel corso degli anni la sicurezza è diventata un patrimonio da condividere sempre più fra tutti – ha spiegato la prefetta – in un’ottica partecipata all’interno della quale anche i cittadini possono svolgere una parte attiva. Questo non significa, lo voglio sottolineare con chiarezza, che le persone possano sostituirsi alle forze di polizia, ma è comunque importante che ogni cittadino possa contribuire a una vivibilità maggiore nella propria comunità, con un’attività di osservazione e di segnalazione. Il controllo di vicinato significa creare una rete civica, fare attenzione all’altro anche in una chiave di solidarietà, recuperare la voglia di essere parte di una comunità”.
Come funzionerà questa collaborazione tra cittadini e forze di polizia? Si tratterà di attività di mera osservazione, che potranno essere svolte da gruppi di persone su fatti e circostanze che accadono nella propria zona di residenza, come situazioni di degrado urbano, atti vandalici, veicoli e persone sospette, gravi fenomeni di bullismo, indebiti utilizzi di spazi pubblici. Ogni gruppo avrà un coordinatore, cui giungeranno le varie segnalazioni, con il compito di riferirle tempestivamente agli organi di polizia locali che valuteranno i fatti e decideranno il da farsi. “E’ severamente vietata qualsiasi iniziativa personale e qualunque forma individuale e collettiva di pattugliamento del territorio”, così stabilisce il protocollo.
Il protocollo, che è già attivo a Empoli, Castelfiorentino e Fucecchio, ha durata di tre anni e ogni semestre si procederà ad una verifica congiunta dello stato di attuazione e dei risultati raggiunti.