Una delle “pietre d’inciampo” (quadrati di ottone grandi come un sanpietrino) murate giovedì scorso in alcune strade di Firenze per ricordare persone deportate nei campi di sterminio, è dedicata ad un ebreo che fu catturato dai fascisti a Grassina. Si tratta di David Genazzani, violinista e compositore, che si era rifugiato con la famiglia in un’abitazione della frazione di Bagno a Ripoli, nella speranza di sfuggire alle persecuzioni. Ma così non fu. Genezzani, che aveva 37 anni, il 18 maggio ’44 fu individuato e catturato da una squadraccia fascista e consegnato ai nazisti. Deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, morì il 10 marzo ’45 a Buchenwald.
Ora il suo nome è impresso su una “pietra d’inciampo” realizzata dall’artista tedesco Gunter Demnig, murata sul marciapiede di via Ghibellina, davanti al civico 102 dove aveva vissuto. A Firenze e dintorni furono circa 300 le persone catturate nelle retate nazifasciste tra il 1943 e il 1944: solo 17 tornarono vive alla fine della guerra.