“Di notte, accostando l’orecchio al suolo, alle volte si sente una porta che sbatte”, scrive Italo Calvino ne “Le città invisibili”. La frase è riecheggiata ieri pomeriggio nel mediacenter del Viola Park, dove sono stati illustrati i risultati della approfondita serie di scavi archeologici fatti sul terreno dove ora sgambettano calciatori e calciatrici della Fiorentina.
“Romani al Viola Park”, il titolo del convegno. Ma, nessun timore. Nessuna invasione dei tifosi giallorossi. “A Est di Florentia… nei campi della Fiorentina”, era il sottotitolo.
Perché se sul manto erboso la squadra viola tenta di dare ulteriore lustro alla propria storia, sotto quel manto di storia ne è già passata parecchia. E di “porte che sbattono”, per dirla con Calvino ricordato da Pierluigi Giroldini, responsabile archeologico per la zona di Bagno a Ripoli della Soprintendenza, se ne devono essere sentite parecchie.
Ad illustrare i risultati della campagna di scavi anche la soprintendente Antonella Ranaldi e l’architetto Marco Casamonti, progettista del Viola Park, in un clima idilliaco di collaborazione e di reciproco riconoscimento di meriti. Lontani anni luce dal clima di tenzione che si creò tra la proprietà della Fiorentina e l’allora soprintendente Pessina, battezzato come il “signor no”. In collegamento dagli Usa è intervenuta Catherine Commisso che si è detta orgogliosa dei ritrovamenti e favorevole a trovare un luogo dove esporli all’interno del Viola Park.
Il saluto dell’Amministrazione comunale è stato porato dal sindaco Francesco Pignotti: “Sotto ai campi dove si allena la Fiorentina, c’è un mondo antico. È stato scoperto e riportato alla luce con tanti reperti di pregio di epoca romana durante la costruzione del Viola Park. Oggi quel tesoro troverà casa proprio qui, nella villa del centro sportivo, fruibile da tutti. La dimostrazione di come si può innovare, di come si possono fare opere straordinarie come il Viola Park, nel rispetto della storia e delle radici di un territorio”. “Qui sotto c’era anche una discarica abusiva – ha ricordato l’ex sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini – Bisogna ringraziare la Fiorentina per aver investito risorse sugli scavi archeologici che ora sono patrimonio di tutti”.
“Due milioni di euro è la somma che il presidente Commisso ha speso per la campagna di scavi – jha specificato l’architetto Casamonti -. Dal sottosuolo sono emerse 170 tombe, una strada, oggetti di uso comune: ampolle, vasellame, dadi da gioco, un pettine, un paio di orecchini, un pugnale, monete per consentire ai defunti di “pagarsi” il transito nell’aldilà. Trovati anche i resti di una piccola fattoria proprio nel punto dove ora sorge il padiglione giovani. “Sotto il Viola Park – ha concluso Giroldini – pulsa il cuore della Bagno a Ripoli romana”.
Esattamente 5 anni fa, nel novembre 2019, prima ancora che il progetto del Viola Park fosse presentato pubblicamente, QuiAntella fu il primo organo di informazione a rivelare l’esistenza di tracce del passato su quei terreni. Qui l’articolo: “I segni dell’impero romano sui terreni della Fiorentina a Bagno a Ripoli”
Prima di tutto il gioco del calcio! A chi interessano più gli scavi e i reperti archeologici…E poi non lamentiamoci per il disinteresse dei giovani verso la cultura.
Preg.ma Sig.ra Alessandra : nel centro del paese c’è l’area archeologica in stato di completo abbandono da anni, non fruibile, non visitabile, piena di erbacce e neanche segnalata adeguatamente, completamente ignorata sia dal Comune che dalla Sovrintendenza . Poi se vogliamo dare tutte le colpe al Viola Park ……
P.S. : per non parlare della fruibilità della Fonte della Fata Morgana, oggetto di ripetuti restauri e sempre chiusa con il catenaccio??
Se non chiudi con il catenaccio ci ritrovi ben poco purtroppo.
Caro signor Carboni, ha messo il dito nella piaga!!! Se un’Amministrazione comunale non considera la Cultura (in tutte le sue sfaccettature) il motore di sviluppo sociale e civico, questi sono i risultati. Tutto questo è opera dell’allora sindaco Casini che ha preferito avvantaggiare un privato che, nel “gioco delle parti”, ha cercato il suo profitto. Così sarà per il museo nel Viola Park: il fiuto affaristico ha individuato un altra possibilità commerciale!!! La mega costruzione del Viola Park non solo ha distrutto il Pian di Ripoli, ma anche la parte commerciale, già povera, quasi inesistente, del capoluogo. Se al proprio interno, il Viola Park ha e fa tutto (anche gli aperitivi serali), chi mai, come nuovo avventore, vorrà andare nei nostri negozi? Ora che avremmo un motivo importante per fare un museo archeologico, tutto nostro, sul quale puntare per riconquistare un orgoglio cittadino ed avere numerose presenze turistiche, ecco che rispunta il privato. Ma da che parte guarda la nostra amministrazione? Ancora regna Casini? Voglio dar fiducia agli attuali politici, so che il sito archeologico nel centro del capoluogo è stata fatta una pulizia parziale e quella definitiva sarà fatta dalla Sovrintendenza. Spero anche che il sito verrà predisposto per essere visitato. Sono di origine politica diversa dal partito di maggioranza, ma quando le cose vengono fatte nel modo giusto e per bene a vantaggio sempre della comunità, sarò felice di congratularmi con tutti loro. Infine, punto importante: tutti i reperti archeologici ritrovati appartengono alla Stato, quindi alle istituzioni politiche e quindi a noi tutti; non possono essere di privati. Come la Sovrintendente può accettare che i reperti siano messi in un museo privato E PERMANENTE? Come la mettiamo?
Quello che non capisco davvero è il perché i reperti del territorio siano invece dislocati ovunque: al teatro di Antella, al Bigallo e dove altro non so. Ora abbiamo una nuova sede ancora al Viola Park! Così giusto per non riuscire ad avere un quadro unico della storia del nostro comune, un filo conduttore che ci spieghi da chi discendiamo. Uno deve fare il giro di tutti questi posti?
Al Viola Park una retorica penosa per nascondere la realtà, che è quella di aver degradato un’ “area agricola di pregio ” anche paesisticamente: “il giardino di Firenze”, senza alcun beneficio economico per Bagno a Ripoli, ed anche di aver privato i cittadini di un’area archeologica, che avrebbe potuto fare la fortuna del paese.
Si spera che ora, in un sussulto di giustizia, il Comune raccolga tutti i reperti in un locale idoneo nel paese, alla vista di tutti i cittadini, sottraendoli immediatamente al privato, che se ne servirebbe solo a scopi pubblicitari.
Oltre il danno la beffa!
Tutti i reperti raccolti sono già in possesso della Soprintenzenza.
Si certo sono in possesso della sopraintendenza, ma l’auspicio e la richiesta al Comune è che tutti i reperti vengano raccolti e riuniti in un museo a Bagno a Ripoli.