Centoquattro defibrillatori in novantatré supermercati Unicoop presenti su tutto il territorio regionale, per intervenire prontamente in caso di arresto cardiaco; e settecentocinquanta fra dipendenti della Cooperativa, dei centri commerciali e dei servizi di vigilanza esterna formati da operatori del 118 per poter utilizzare gli apparecchi in tutta sicurezza.
La novità partirà a settembre, ed è frutto di un progetto di Unicoop Firenze, formalizzato nel protocollo d’intesa siglato stamani in Palazzo Strozzi Sacrati, sede della giunta regionale, tra l’assessore al diritto alla salute e al welfare Stefania Saccardi e Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze.
Il Dae (Defibrillatore Automatico Esterno), se usato tempestivamente, consente di evitare la morte per arresto cardiaco. In Toscana, i Dae sono sui mezzi di primo soccorso e negli impianti sportivi. Grazie all’accordo firmato stamani, i 104 Dae verranno integrati nella rete regionale di pronto intervento sanitario: saranno installati in ogni supermercato Coop (in qualcuno ce ne sarà più di uno), consentendo un intervento immediato non solo sui clienti Coop, ma su chiunque possa essere vittima di un arresto cardiaco nelle vicinanze del negozio.
L’evento che causa l’arresto cardiaco improvviso è nell’85% dei casi la fibrillazione ventricolare, risolvibile solo con la somministrazione di uno shock da parte di un defibrillatore. Il tempo per intervenire è strettissimo, 4-5 minuti al massimo: le percentuali di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% al minuto se non si interviene con il defibrillatore. Se una vittima di un arresto cardiaco non è defibrillata entro 10 minuti, le sue possibilità di sopravvivenza sono meno del 2%. Se il cuore non riparte entro i primi 5 minuti, il paziente può ricevere danni cerebrali irreversibili.
La provincia di Firenze non fa eccezione a queste statistiche. Nel 2016 il 118 è intervenuto su 1.652 casi di arresto cardiaco di cui 1.228 di probabile origine cardiaca. Solo il 20% dei pazienti soccorsi è giunto vivo in ospedale e mediamente il 5% è stato dimesso in buone condizioni neurologiche.
Attraverso un’adeguata dislocazione di defibrillatori in postazioni opportunamente scelte, sono state raggiunte percentuali di sopravvivenza addirittura superiori al 50% e ulteriori studi clinici mostrano che le percentuali aumentano se l’intervento sul paziente viene effettuato entro tre minuti dall’arresto cardiaco.