In quella che per vent’anni è stata la sua chiesa, davanti a quello che per vent’anni è stato il suo “gregge”: il funerale di don Giovanni Martini, scomparso dopo lunga malattia domenica scorsa (vedi articolo), è stato celebrato nella pieve dell’Antella piena di persone che gli sono rimaste affezionate anche dopo il suo addio alla parrocchia nel 2016.
Il rito funebre è stato presieduto dall’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, in compartecipazione con il parroco di Grassina, don James, dei parroci dell’Antella, don Moreno e don Mario, e di una trentina di sacerdoti venuti da tutta la provincia e anche da fuori regione.
L’Amministrazione comunale era rappresentata dal sindaco Francesco Casini, che ha avuto un affettuoso abbraccio con Andrea Martini, fratello di don Giovanni, dall’assessore Enrico Minelli e dal presidente del consiglio comunale Francesco Conti. Presente l’Arma dei carabinieri con il comdandante della stazione di Bagno a Ripoli, maresciallo Francesco Pulcrano, che aveva conosciuto don Giovanni ai tempi in cui era vicecomandante della stazione di Grassina. Esposti i gonfaloni della Misericordia dell’Antella, di cui don Giovanni è stato correttore, della Misericordia di Firenze e dell’Unitalsi, (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) di cui il sacerdote è stato asssitente spirituale per la Toscana.
“È doveroso ricordare – ha detto nella sua omelia il cardinal Betori – che accanto al ministero di parroco, la vita sacerdotale di don Giovanni si è distinta per una particolare cura dei malati, da lui seguiti e accompagnati nell’Unitalsi. Il suo chinarsi sulla sofferenza dei fratelli lo ha preparato all’altra testimonianza che egli ci ha lasciato, quella della fede con cui ha vissuto questi ultimi anni di pesante malattia, edificando quanti lo incontravano. Siamo grati per le opere che don Giovanni ha compiuto in questa parrocchia, come già a S. Ambrogio, a S. Giuseppe e poi a S. Maria al Pignone; ricordiamo pure il suo ministero tra i canonici della basilica di S. Lorenzo”.
Un breve profilo di don Giovanni è stato tracciato dal suo successore, don Moreno Bucalossi, che ha voluto sottolineare la “disponibilità all’umorismo, da buon prete fiorentino, e la sua devozione alla Madonna”. Dalla Lombardia è arrivata una rappresentanza della Congregazione della sacra famiglia di Bergamo che ha ricordato l’aiuto avuto per le proprie missioni in Sud America e Mozambico.
Al termine del rito funebre la salma di don Giovanni è stata accompagnata al Cimitero monumentale della Misericordia dell’Antella dove è stata tumulata. Il corteo funebre si è soffermato lungo via di Montisoni, davanti alla Scuola Santa Maria, che proprio il parroco contribuì a potenziare e rilanciare.
Un coro di bambini e bambine allineati lungo il marciapiede, l’ultimo saluto all’uomo e al prete.