Erano stati divisi in modo traumatico e, ieri, dopo tanti giorni di separazione si sono finalmente riabbracciati nella terapia intensiva del presidio ospedaliero Santa Maria Annunziata. E’ la storia commovente della signora Luciana e del suo cane Conan, un meticcio bianco di 8 anni compagno di una vita.
La signora Luciana, ricoverata dai primi giorni di ottobre nel reparto diretto dal dottor Armando Sarti ha manifestato ai sanitari il desiderio di rivedere il suo amato compagno a quattro zampe e il direttore del reparto insieme al coordinatore infermieristico Stefano Gori si sono attivati per la richiesta alla direzione sanitaria dell’ospedale che ha messo in atto la procedura aziendale in vigore da quest’anno, che consente, dopo le opportune verifiche ed autorizzazioni, di far incontrare agli ammalati i loro animali da compagnia.
Era la prima volta che un animale entrava nella terapia intensiva del Santa Maria Annunziata. L’arrivo nel reparto di Conan, lavato, pulito, igienizzato, accompagnato anche dall’autorizzazione del veterinario; l’incontro tra la padrona ed il suo compagno fedele è stato emozionante per tutti i presenti. Quelli che hanno avuto modo di conoscere l’alchimia che si crea tra uomo ed animale, apprezzeranno il gesto e saranno infinitamente grati della possibilità concessa dall’ospedale alla signora Luciana ed a Conan di potersi riabbracciare.
L’iniziativa valorizza l’impegno degli operatori nello sviluppo di nuove forme assistenziali sempre più orientate all’umanizzazione delle cure e alla personalizzazione degli interventi. Negli ultimi anni la Pet Therapy è stata ufficialmente ed universalmente riconosciuta come terapia adiuvante, rendendo noti gli innumerevoli successi ottenuti sia in ambito ospedaliero che extraospedaliero, a partire dalle Rsa come incentivazione della terapia e comunicazione, per arrivare agli ottimi risultati nei reparti pediatrici, al miglioramento della riabilitazione dei pazienti delle neuropsichiatria infantile (sempre più riconosciuta la valenza dell’ippoterapia in questo settore) ed infine ai risultati inequivocabili del quadro clinico dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. (Daniela Ponticelli)