Sulla bara, al centro della chiesa di San Michele Arcangelo, solo mazzi di rose rosso cupo che, col verde delle foglie, richiamano i colori del Grassina Calcio, la sua passione, l’amore di una vita. In chiesa le preghiere di don James e i ricordi del sindaco Francesco Casini; sul sagrato e poi in campo, i cori e i fumogeni delle Brigate Rossoverdi. Sacro e profano che si sono intrecciati, oggi pomeriggio, per l’ultimo saluto a Paolo Casini, presidente onorario del Grassina Calcio, scomparso mercoledì all’età di 76 anni (vedi articolo).
“Un uomo generoso, attaccato a Grassina e al Grassina calcio. Talvolta insistente, ma mai per se stesso, sempre per gli altri. Se in tanti siete qui è perché Paolo ha seminato qualcosa nei vostri cuori”: così lo ha voluto ricordare il parroco don James, davanti alla moglie Lucia, alla figlia Ilenia, a nipoti, parenti e amici.
Il sindaco Casini, omonimo ma non parente, ha ricordato, però, che Paolo era collega di lavoro di suo padre al Consorzio Agrario e che spesso veniva a fare una visita a casa sua. “Lo consideravo quasi uno zio – ha detto il sindaco – Un uomo da ricordare per tutto ciò che ha fatto nel sociale e nello sport a Grassina… All’Antella no – ha aggiunto con un sorriso -. Era un marcatore a uomo. Non era facile sfuggire alla morsa di Paolo, ma lo faceva sempre in modo genuino. In più occasioni mi ha aiutato con saggi consigli. Lascia un grande vuoto, ma Grassina resterà sempre un po’ sua”.
Poi la bara è uscita di chiesa, tra i fumogeni e i cori delle Brigate Rossoverdi, per essere trasportata sullo storico campo di calcio del Grassina, quello dietro la Casa del Popolo. L’ultimo atto, l’ultimo saluto, il fischio di fine partita per Paolo Casini non poteva che essere qui.