Un prestito di 50mila euro che l’assassino non voleva restituire: sarebbe questo il movento del duplice omicidio di Umberto Della Nave e sua moglie Dina Del Lungo uccisi il 5 dicembre nella loro casa in via Roma, a Osteria Nuova.
Accusato del duplice omicidio è in carcere Antonino La Scala, il 46enne che vive a Ponte a Ema, già coinvolto in vicende di traffico di droga (vedi articolo), arrestato dai carabinieri lunedì a bordo della sua auto, un’Audi4, nel cui bagagliaio c’erano due valigie con effetti personali. L’uomo, probabilmente, aveva intenzione di far perdere le proprie tracce.
Tracce copiose che, invece, l’assassino ha lasciato nell’abitazione della coppia massacrata di botte e poi data alle fiamme per cercare di coprire, con l’incendio simulato, quanto realmente era accaduto nell’appartamento. L’assassino, infatti, ha rovistato alla ricerca della cassaforte, di soldi e gioielli. Gli investigatori hanno trovato impronte e sangue, perché si è ferito ad una mano, da cui gli hanno ricavato il Dna.
“La Scala non solo non aveva restituito il denaro ma quando si è presentato il 5 dicembre a casa di Umberto cercava altri quattrini, sapeva che in casa c’erano soldi e gioielli – è la ricostruzione del Corriere Fiorentino –. Per questo ha minacciato Umberto puntandogli un coltello alla gola, sferrandogli poi un colpo che non gli ha lasciato scampo. Il commerciante ha resistito e alla fine soldi e gioielli sono rimasti nella cassaforte: gli inquirenti hanno trovato 25 mila euro in contanti. Le indagini sono partite dal ritrovamento di una manciata di banconote macchiate di sangue nella corte sul retro della casa e dalle ricevute del prestito trovate nell’abitazione insieme all’agenda dove il civaiolo annotava tutte le uscite di denaro. La Scala e Della Nave si conoscevano da qualche mese. Umberto aveva prestato 50 mila euro e una motocicletta al 45enne calabrese. Ma denaro e moto non erano mai stati restituiti. Il commerciante la scorsa estate si era deciso a segnalare ai carabinieri la mancata restituzione di 10 mila euro (non 50 mila) e di una motocicletta. Poi però aveva deciso di non fare denuncia: «Mi ha restituito la moto», aveva detto”.
Domani, 15 dicembre, il gip Antonio Pezzuti deciderà se convalidare il fermo di Antonino La Scala con le accuse di omicidio volontario aggravato, rapina aggravata, tentativo di occultamento di cadavere e danneggiamento.