Oggi Ubaldino Peruzzi, uno dei più insigni cittadini di Bagno a Ripoli, avrebbe duecento anni. L’anniversario della nascita è stato celebrato stamani, sabato 2 aprile, nella piazza dell’Antella a lui intitolata, con la deposizione di una corona d’alloro alla base del busto che lo raffigura.
L’iniziativa è stata voluta dall’Amministrazione comunale e dalla Misericordia di Antella di cui Peruzzi fu uno dei fondatori ed è grazie a lui che numerosi artisti lavorarono al cimitero monumentale, facendone uno dei più importanti d’Italia. Proprio per questo, nel 1997, la Misericordia contribuì al restauro del monumento in piazza e a traslare i resti mortali della famiglia Peruzzi dell’oratorio di Villa la Torre alla cappella San Sebastiano del cimitero monumentale.
Presenti alla cerimonia il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, l’assessore Alessandro Martini in rappresentanza del Comune di Firenze, il presidente della Regione Eugenio Giani, la viceprefetta Grazia La Fauci, la consigliera Sandra Mazzi per la Città Metropolitana, il segretario dell’Ordine degli architetti di Firenze Simone Marzola, il governatore della Misericordia Paolo Nencioni, il parroco don Moreno, componenti della Giunta e del Consiglio comunale di Bagno a Ripoli, rappresentanti delle forze dell’ordine, il padre rettore della basilica di Santa Croce dove sono conservate le spoglie di Peruzzi (morto all’Antella nel 1891) nella cappella di famiglia.
“Ubaldino Peruzzi è stato un grande protagonista politico dell’Unità d’Italia – ha ricordato il sindaco Casini – e sua moglie, Emilia Toscanelli fu protagonista dei salotti culturali che organizzava qui nella sua villa all’Antella. La statua, nella piazza più embleatica del nostro territorio, è alla personalità che più rappresenta i cittadini di Bagno a Ripoli e in particolare quelli dell’Antella. Un esempio di passione civile e politica per il presente e le generazioni a venire”.
“Peruzzi è stato uomo delle istituzioni – ha detto Martini – Nato con il Gradnucato di Toscana e morto con l’Italia Unita. Nella sua mente c’era già il disegno della grande Firenze”.