Ci sono tre ripolesi al Giro d’Italia che partirà da Palermo il prossimo 3 ottobre: Luigi Pacini, Stefano Curradi e Silvia Bellini. I primi due impugneranno un manubrio, non quello di una bici ma di potenti motociclette: esperti centauri a servizio della Carovana Rosa. Silvia è una maga dell’organizzazione: opera con la cornetta del telefono per rispondere ad ogni esigenza logistica di squadre ed atleti.
Luigi Pacini, 52 anni, è nato ad Osteria Nuova e abita a Grassina dove lavora come fornaio; Stefano Curradi, 64 anni, vive a Osteria Nuova, è pensionato Ataf. Entrambi fanno parte del “Gruppo motociclistico Pistoia” che ha l’autorizzazione ministeriale per scorte tecniche. Si conoscono da sempre.
“Ormai sono diversi anni che facciamo questo servizio – dicono – Il nostro compito è scortare la carovana pubblicitaria del Giro, segnalare ostacoli, chiudere strade e, alla fine di ogni tappa, operarerare come staffette per la consegna della documentazione alle squadre. Eccezionalmente può capitare di dover accompagnare i giudici di gara in situazione particolari come le tappe a cronometro, ma di solito non abbiamo passeggeri”.
Cavalcheranno due moto Yamaha fornite dall’organizzazione: “Ogni anno ci danno in dotazione il modello che vogliono lanciare sul mercato”.
Silvia Bellini, 50 anni, antellese, abita a Osteria Nuova. Lavora in una importante agenzia turistica di Firenze e mette la sua esperienza a servizio del Giro d’Italia. “Sono in un gruppo di sei persone che si dedicano completamente alla logistica alberghiera per il Giro, fin da un anno prima della data di partenza – spiega -. Dobbiamo prenotare lungo il percorso gli alberghi per circa 1.300 persone. Ci sono i dirigenti, i ciclisti, i tecnici, i transennisti, i motociclisti come Lorenzo e Stefano. Ogni gruppo ha esigenze diverse. Cerchiamo di fronteggiare ogni richiesta”.
Curiosità? Richieste particolari? “C’è, per esempio, una squadra sponsorizzata da una ditta di materassi, che vuole che per la notte in cui soggiorna nell’hotel tutti i materassi delle camere siano del loro sponsor – racconta Silvia -. C’è chi vuole che lo chef della squadra affianchi quello dell’hotel e chi, invece, viaggia col camion cucina e prepara in proprio i pasti per gli atleti. Non è facile, soprattutto in certe zone di montagna, trovare tanti alberghi facilmente accessibili per i grandi camion officina e con parcheggi ampi e possibilità di allaccio a rete elettrica e idrica. E se un corridore si ritira, noi dobbiamo essere veloci a disdire subito tutte le camere nei vari alberghi, prenotate per lui. E’ un lavoro molto complesso ma anche di soddisfazione”.
Il Coronavirus e lo stop alle attività sportive ha coinvolto anche Luigi, Stefano e Silvia che si erano preparati a vivere l’avventura Giro d’Italia nel maggio scorso.
E’ cambiato qualcosa, per voi, con questo slittamento a ottobre? “No, eravamo pronti e lo siamo anche ora. L’unica novità è il controllo sierologico e il tampone prima della partenza”. E allora buon Giro a tutti e tre.