In piena emergenza sanitaria coronavirus, con strutture e operatori sanitari impegnati in turni massacranti per sostenere gli effetti del contagio, non è venuta meno la solidarietà dei cittadini e degli stessi operatori che ha permesso la realizzazione di un prelievo di fegato su una paziente deceduta in terapia intensiva per emorragia cerebrale. Le terapie intensive interessate sono state due, quelle degli ospedali di Borgo San Lorenzo diretta da Giuliano Michelagnoli e quella di Santa Maria Annunziata diretta da Vittorio Pavoni. Qui tra la notte di lunedì e martedì due pazienti decedute, rispettivamente di 87 e 79 anni, inizialmente sono state ritenute entrambe idonee al prelievo di fegato.
I familiari delle due pazienti, informati dal personale delle rianimazioni e del Coordinamento locale donazioni, sia del percorso di accertamento della morte che della successiva valutazione di idoneità alla donazione degli organi dei propri cari, sono stati ben lieti di non opporsi alla possibilità del trapianto. In un secondo momento, però, solo la paziente di 79 anni deceduta al Santa Maria Annunziata è risultata idonea e il suo fegato è stato trapiantato in una paziente di 58 anni, in lista di attesa. Nonostante l’esito finale con il solo trapianto della paziente di 79 anni, in un primo momento per entrambi gli ospedali, Mugello e Santa Maria Annunziata, è stato messo in moto il complesso processo di valutazione che ha impegnato il Centro regionale allocazione organi e tessuti, i Laboratori regionali di riferimento, il Centro Nazionale trapianti operativo ed il Vettore trasporti regionale Svs.
Al termine dei percorsi di accertamento e valutazione su entrambe le pazienti decedute, sono state fatte intervenire le equipe chirurgiche del Centro Trapianti di fegato di Pisa e del Centro Trapianti di Rene di Careggi. “Il percorso di prelievo e di trapianto è estremamente sicuro anche in queste circostanze di emergenza virus – assicura il Coordinatore locale aziendale Alessandro Pacini – in quanto gli accertamenti a cui vengono sottoposti i donatori che sono già estremante accurati in situazioni normali, in questo periodo hanno elevato il livello di garanzia. Da parte mia un sentito ringraziamento alle famiglie delle due donatrici per il loro gesto di solidarietà e a tutti gli operatori coinvolti dei due ospedali di Borgo San Lorenzo e del Santa Maria Annunziata – rianimazioni, neurologia, medicina legale, sale operatorie, coordinamento locale donazioni, direzioni sanitarie – che hanno contribuito con il loro sforzo a ridare la vita a una paziente”.