Legambiente di Bagno a Ripoli si prepara all’ultima battaglia contro Autostrade per il progetto terre di scavo nella valle dell’Isone, elemento cardine della variante San Donato. Lunedì pomeriggio, al circolo Arci di Osteria Nuova, ha organizzato un’iniziativa di sensibilizzazione-mobilitazione alla quale ha partecipato una quarantina di persone.
Duplice lo scopo: fare il punto della situazione con gli interventi di alcuni esperti di temi ambientali, diventare punto di coordinamento per i neo espropriati (quelli che hanno avuto recentemente la comunicazione attraverso l’inserzione sui quotidiani) per organizzare una serie di osservazioni collettive al progetto, da presentare in Comune, come prevede la legge, entro il 22 gennaio 2017. “Come soluzione estrema – aggiunge Pierfilippo Checchi, presidente di Legambiente Bagno a Ripoli – potremmo arrivare ad un esposto alla magistratura firmato dal maggior numero possibile di interessati”.
Gli interventi si sono concentrati sui punti di criticità del progetto di “rimodellamento morfologico” della valle dell’Isone (lo scarico di circa un milione e mezzo di metri cubi di terra provenienti dagli sbancamenti per la terza corsia e dalla nuova galleria di San Donato).
Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana, ha affermato che il corso d’acqua risulta tutt’ora vincolato dalle norme della Legge Galasso e dal Codice dei beni culturali che, facendo riferimento e un decreto del 26/6/1967, appose un vincolo per tutelare la bellezza dei panorami intorno a Firenze su tutte le zone ai lati dell’Autostrada. Ferruzza ha ricordato anche che il parere favorevole della Regione al progetto è stato subordinato a 20 prescrizioni: “Non so se Autostrade ha ottemperato scrupooslamente a queste richieste”. “L’evoluzione di questo progetto – ha concluso – è la storia di una disattenzione collettiva e una sottovalutazione da parte degli uffici tecnici degli enti pubblici”.
Secondo il geomorfologo Enzo Pranzini “nel caso di grandi opere pubblicha la lotta è persa, perché nessun comitato di cittadini può permettersi di ingaggiare un tecnico che studi il progetto per uno o due anni. Inoltre opporsi ad Autostrade significa, per un professionista, perdere commesse per i prossimi 50 anni da uno dei pochi soggetti che ancora le dà”. Pardi ha posto l’accento sulla necessità di Autostrade, a suo avviso, di trovare un posto per la mole di terre di scavo. Il progetto di riempimento della valle dell’Isone sarebbe organico a questo obiettivo.
Gianna Innocenti, zoologa dell’Università di Firenze, ha elencato le varie specie animali protette dalla legislazione nazionale e europea che il progetto mette a rischio di sopravvivenza.
Infine l’ex procuratore generale della repubblica di Firenze, Beniamino Deidda, ha illustrato il copione che vede, in casi come questo, “arrivare ai cittadini solo un eco lontana delle informazioni” e “gli enti pubblici non fanno molto per far conoscere i progetti”. “Il dibattito – ha detto Deidda – si avvia solo sul progetto ormai definitivo con assemblee, comitati, accorati appelli per finire con il ricorso alla magistratura. Nessun elemento di questo copione ci è stato risparmiato in questa vicenda”.