Non si ferma la battaglia ambientalista sul progetto di Autostrade (costruzione della terza corsia da Firenze Sud a Incisa), relativa al Lotto 2 (Variante San Donato) e all’uso della valle dell’Isone come deposito per un milione mezzo di metri cubi di terre di scavo. Nei giorni scorsi l’avvocato Valerio Pellegrini, che abita a Bagno a Ripoli, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze, ipotizzando che nel progetto si possano ravvisare dei reati.
In parlamento, sollecitato dalla lista civica ripolese Per una Cittadinanza attiva, il deputato Samuele Segoni, di Alternativa Libera (gruppo formato da cinque ex cinquestelle), ha interrogato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sull’opportunità di rivedere il progetto, considerato che non è stato ancora emesso il provvedimento finale di perfezionamento dell’intesa Stato-Regione Toscana.
“Dalla risposta – afferma Sonia Redini, consigliera comunale di Cittadinanza attiva – se ne deduce che i ministeri hanno un’idea di ‘impatto compatibile’ totalmente diversa dalla nostra, e ahimè anche da quella che frane e alluvioni periodicamente sembrano avvallare. Sembra banale dirlo, ma l’alterazione delle dinamiche naturali dei fiumi, la cementificazione degli alvei, il disboscamento dei versanti collinari e l’impermeabilizzazione del suolo contribuiscono in maniera determinante a sconvolgere l’assetto idraulico di un territorio, determinando un’amplificazione del rischio. Il mutamento del clima ne accelera le conseguenze, la cecità di certa politica completa l’opera”.
In sostanza il Ministero si è limitato a citare tutte le autorizzazioni e i passaggi burocratici regolarmente superati dal progetto, concludendo (in un’italiano maccheronico) con la rassicurazione che “il piano di monitoraggio ambientale prevede le attività relative al monitoraggio degli anfibi e dei crostacei”.