Per qualcuno il Comune ha fatto un piacere alla Casa del popolo di Grassina, per altri se n’è approfittato.
L’”operazione giardino a Grassina” ha avuto il via libera, a maggioranza, dal Consiglio comunale. Ma il tema, come al momento della decisione della Casa del popolo di vendere l’area al Comune, ha suscitato dibattito anche ieri pomeriggio (giovedì 27 luglio) fra i consiglieri presenti in aula. Si trattava di approvare lo studio di fattibilità tecnico-economica con adozione di variante. Il progetto è noto: l’area con i giochi dei bambini passa in proprietà al Comune (per 30mila euro) che la sistemerà, la metterà in sicurezza, ricostruirà il pallaio. Resta da definire le modalità di apertura del passaggio tra il giardino e piazza Umberto I. La decisione, presa dai soci della Casa del popolo a maggio scorso, provocò polemiche anche molto accese nell’assemblea convocata per la ratifica. Ieri gli echi si sono sentiti in Consiglio comunale con posizioni molto variegate.
Secondo Paolo Sartoni (M5S) “è stato fatto un grosso regalo alla Casa del popolo”. A suo parere si poteva arrivare a una soluzione diversa dal pagamento dei 30mila euro. Sartoni ha sottolineato come sia indispensabile l’apertura del passaggio tra giardino e piazza, altrimenti si obbligherebbero i cittadini a transitare dai locali della Cdp; espresso perplessità su come sarà gestito il pallaio e per le costruzioni in una zona a rischio idraulico: “L’auditorium per la scuola Redi no, ma il giardino sì”. “Poi ci sono le priorità – ha aggiunto – con la stessa cifra stanziata per il giardino, circa 140mila euro, si poteva bonificare l’amianto da Capannuccia”. Tesi rimbalzata dalla consigliera Sandra Baragli (Pd) e poi anche dal sindaco Casini. “I soldi non sono sottratti alla bonifica di Capannuccia, che fra l’altro è già stata avviata – ha ricordato Baragli – E la Casa del popolo non è un’attività commerciale, i cittadini la usano anche per fini sociali. Da tempo i grassinesi chiedevano un giardino pubblico in zona più centrale e questa è l’occasione per realizzarlo”.
Opposta a quella di Sartoni la tesi della consigliera Sonia Redini (Cittadinanza Attiva) secondo la quale il Comune si sarebbe approfittato di un momento di debolezza della Casa del popolo. A suo avviso si poteva studiare una soluzione diversa, come la convenzione, “senza entrare a gamba tesa su una proprietà di fatto già pubblica, visto che lì vi sono anche area mercato e parcheggio”. “L’impressione – ha detto Redini – è che l’amministrazione comunale abbia sfruttato il momento di debolezza della Casa del popolo come cavallo di troia. Un trattamento che la Casa del popolo non meritava. Non c’è stato reciproco rispetto dei ruoli. L’Amministrazione comunale ha stanziato la somma per l’acquisto prima dell’assemblea dei soci della Cdp, condizionando la scelta. Manca un progetto globale per la riva destra dell’Ema col coinvolgimento dei cittadini, che comprendesse anche l’area dell’Acli e i terreni lungo la pista ciclabile. E’ lì che si gioca la salvezza di Grassina. Per questo voto contro”.
La controffensiva è partita da Laura Franchini (Pd): “Il giardino sarà un polmone verde accanto alla pista ciclabile e al parcheggio. La spesa è giustificata”. Quindi il capogruppo piddino Andrea Bencini: “Ingiusto far credere che l’Amministrazione comunale abbia voluto speculare sulla Casa del popolo. Tra i soci c’è stata una spaccatura ma la scelta è stata libera.
E’ la soluzione più giusta per un giardino al centro del paese. Però non si può prescindere dall’accesso diretto dalla piazza”. “Voto favorevole ma non sereno, avrei voluto un altro approccio – ha dichiarato Pier Luigi Zanella (Si) – La modalità con cui si è arrivati alla decisione è stata discutibile per alcuni, limpida per altri. Comunque ha provocato molto malumore”.
“Andiamo a rafforzare una funzione che c è già”, ha replicato l’assessore Paolo Frezzi, secondo il quale l’accusa di aver voluto dare una ma
no sotto il profilo economico alla Casa del popolo non regge “perché ha un buco che è n volte tanto”. Frezzi ha ammesso che “certe situazioni dal puto di vista tecnico potevano essere spiegate meglio”. Ha poi replicato a Sartoni ricordando che “un giardino non è un auditorium e che le parti costruite saranno fuori dai dieci metri di rispetto dalle sponde dell’Ema”. Infine ha assicurato che “Verrà sancita una servitù di passaggio sulla passerella di accesso a piazza”.
Le pagelle:
Frezzi: 7 – Puntuale e documentato (come sempre), aplomb inglese
Sartoni 5 – Eccesso di strumentalizzazione (inusuale per lui), mal consigliato
Redini 6 – Argomentazione debole ma ben confezionata, consumazione pagata al bar della Cdp
Baragli 8 – Emblema dell’Antella che difende il giardino per Grassina (le si può chiedere di più?)
Franchini 7 – Poche parole ma grande stile nel non partecipare al voto (è socia della Cdp)
Bencini 6,5 – Arringa convincente, non si appella alla clemenza della corte
Zanella 5,5 – Inaspettatamente cerchiobottista, voto nebuloso (se non è sereno…)