E’ trascorso quasi un mese dalla presentazione alla Città Metropolitana delle “manifestazioni di interesse” per Villa Mondeggi e i terreni dell’ex azienda agricola, ma niente trapela su chi siano gli interessati e quali i progetti proposti. Si conosce solo il numero dei soggetti che hanno inviato la documentazione, quattro o cinque, e il numero dei progetti, sei (qualcuno ha presentato più di un’opzione). Fra i soggetti interessati ci sono anche gli attuali occupanti di Mondegi bene comune, su chi siano gli altri “concorrenti” invece è calata una cortina di silenzio. “Ci sono equilibri delicati da rispettare, per questo per ora preferiamo non divulgare il nome di chi ha presentato i progetti” dichiarò la consiglera metropolitana Benedetta Albanese a QuiAntella all’indomani della scadenza del bando. Una frase sibilina che a un mese di distanza appare sempre più inspiegabile. Quali equilibri? E perché sarebbero delicati? Ma, soprattutto, con quale diritto la Città Metropolitana decide se e quando i cittadini, in particolare gli abitanti di Bagno a Ripoli, nel cui territoro sono villa e terreni, potranno sapere chi si è fatto avanti e per quali scopi? I beni sono di proprietà pubblica, il bando era pubblico, come mai ammantare di mistero il risultato? Sia chiaro, la segretezza non è imposta dalla legge. Infatti i nomi di chi ha partecipato alla manifestazione di interesse sono stati comunicati al Comune di Bagno a Ripoli, col vincolo di riservatezza. I “comuni mortali” non hanno diritto di sapere ciò che invece è a disposizione del Palazzo. C’è qualcosa da nascondere?
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