La Coop ha lanciato la campagna pubblicitaria del nuovo servizio SalvApp. Servizio già operativo anche nei punti vendita di Antella, Grassina e Bagnbo a Ripoli. La promessa è davvero invitante: il salvatempo sul tuo smartphone.
Utilissimo, mi sono detta: così sarà possibile fare la spesa più rapidamente e comodamente anche nei supermercati piccoli, dove non è attivo il servizio con il lettore salva tempo. Sul volantino c’è scritto “facile da attivare, facilissimo da utilizzare”. Una favola, almeno sulla carte. Ma alla prova pratica? Vediamo come è andata.
Ho scaricato la App sul cellulare e fin lì effettivamente non ci sono stati problemi. A quel punto mi sono presentata alla Coop dell’Antella, dove faccio la spesa regolarmente. Ho aperto l’applicazione e ho tentato di collegarmi alla loro rete wi-fi . Dalle spiegazioni che mi avevano dato, infatti, il collegamento doveva essere automatico. Ma così non è stato. Poco male. Si risolve inquadrando col telefono il codice QR che si trova all’ingresso del negozio. Fatto. A questo punto si può cominciare.
Il tutto, però, in via sperimentale, perché al momento non c’è una cassa dedicata a chi fa la spesa sfruttando questo servizio. Il che vuol dire che poi si farà comunque la coda alle casse. Almeno fino a gennaio/febbraio, quando la cassa con precedenza (pare) arriverà. “Intanto imparate”, dice il responsabile al quale chiedo indicazioni. Bene, impariamo. Se non altro, ci sarà il vantaggio di aspettare solo il turno per pagare, senza dover srotolare tutti i prodotti sul nastro. Qualche vantaggio ci sarà comunque. Se non in tempo, quantomeno in fatica sprecata.
Sono pronta. Scelgo un prodotto, avvicino il telefono e inquadro il codice a barre. Si memorizza così. Peccato che non succeda niente. Riprovo. Sposto il telefono, prima in verticale, poi in orizzontale… niente. Sullo schermo compaiono scritte inquietanti: “riprova”, “elimina i giochi di ombre e riprova”. Secondo voi devo portare la confezione di tortellini in uno studio fotografico perché non vengano le ombre sul codice a barre? Riprovo con un altro prodotto: stesso risultato. Allora ritorno dal responsabile del supermercato.
Io – “Scusi, cos’è che sbaglio? Perché qui non funziona nulla”.
Addetto Coop – “No no, non sbaglia, si fa così. Si inquadra il codice e fa tutto da sé”.
E prova lui, col mio telefono. E non gli funziona. Allora tira le conclusioni. Sconfortanti.
Addetto Coop – “Sa, probabilmente dipende dal telefono”.
Io – “Come sarebbe a dire dipende dal telefono? Se ho potuto scaricare la App, dovrà anche funzionare”.
Addetto Coop – “Quanti anni ha il suo telefono?”
Io – “Ha un anno e mezzo e va benissimo. Fa le foto normalmente e si collega a internet senza problemi”.
A questo punto il “Signor Coop” tira fuori il suo telefono (devo dire molto più bello del mio), entra nella App e spara con successo sul codice a barre dei tortellini, facendomi sentire veramente inadeguata.
Addetto Coop – “Vede, il mio cellulare è di tre anni fa. Certo, c’ho speso un po’ di soldi…. Tutto sta nell’efficacia della videocamera”.
Il dialogo sta diventando veramente surreale.
Io – “Non lo so quanto è costato, perché me l’hanno regalato e sono contenta così. Non vorrà mica che lo butti via e ne compri uno nuovo solo per poter fare la spesa alla Coop?”
Addetto Coop – “No, certo. Però bisognerebbe pensarci, perché così è un grosso limite”.
Io – “Scusi, ma questi non son discorsi da fare. Sono limitata perché il mio cellulare non è di quelli che fanno anche il caffè. Il succo è questo?”.
Basta. Ho chiuso l’applicazione, ho messo i prodotti sul carrello, li ho presentati alla cassa, li ho rimessi nelle borse e ho pagato. Alla vecchia maniera.
La rivoluzione è finita prima di cominciare. Ma da oggi è aperto il toto-cellulare. Chi vorrà provare dovrà stare col fiato sospeso. Funzionerà o non funzionerà? Sarà abbastanza potente, moderno, costoso, luminoso, capace di togliere le ombre dalle confezioni di plastica lucida?
Fatemi sapere… E auguri.
Gabriella Lescai