“Dottori e infermieri sono impagabili, non si ha idea del loro impegno per assistere i malati. Sono bravi, disponibili, gentili. L’aspetto umano è importate… molto importante”: la voce di Giuliano Carmignani si trasforma in un groppo in gola quando racconta la sua vicenda di colpito dal Covid-19. Ora ne è uscito ma ha sofferto per molti giorni. E vuole ringraziare pubblicamente il personale dell’ospedale Santa Maria Annunziata non solo per le cure, ma per il modo di assistere i malati.
Giuliano, ottanta anni, a Grassina lo conoscono un po’ tutti. Quarant’anni fa, insieme a due amici, ha fondato il negozio di parrucchiere Italian Look, in via Chiantigiana, oggi guidato da Riccardo Forconi. La sua battaglia contro il coronavirus è iniziata a metà marzo, quando si è sentito male in casa. A soccorrerlo un’ambulanza della Fratellnza popolare di Grasina sulla quale c’era il suo amico e cofondatore di Italian Look, Mauro Innocenti. “Mi sentivo sofficare – racconta con la voce che tradisce la commozione – Avevo 34 di saturazione (il valore normale deve oscillare tra 95 e 100 ndr) e la febbre alta. Mi hanno portato subito in ospedale dove ho trovato delle persone eccezionali, che mi hanno assistito con cura e sensibilità. Sono stato in terapia sub intensiva, non riuscivo a respirare. Per 21 giorni attaccatto all’ossigeno, me lo levavano solo per andare in bagno. E’ stato terribile. Ma mi hanno rimesso in sesto”.
Per il periodo di convalescenza Giuliano, appassionato di calcio e tifoso viola, non poteva capitare in un posto migliore: è tra i pazienti ospitati nel Centro tecnico di Coverciano. “Ho una bella camera con televisore e Sky – dice – Si mangia bene, viene il medico tutti giorni a verificare le condizioni. Attendo con ansia di riabbracciare mia moglie Francesca e le mie figlie, Silvia e Ilaria. E’ stata un’esperienza tremenda. E’ come in una guerra, non si sa se e come si torna. Ma grazie ai medici dell’Annunziata ne sono uscito fuori vivo”.