Solo tre consiglieri comunali su 16 sono in regola con la pubblicazione della dichiarazione dei redditi sul sito del Comune. Si tratta delle consigliere del Pd Paola Nocentini e Sandra Baragli e della consigliera di Cittadinanza attiva Sonia Redini.
E tre su sei sono i componenti della giunta che hanno reso pubblici i propri redditi: il vicesindaco Paolo Frezzi e gli assessori Enrico Minelli e Eleonora Francois.
I redditi di sindaco, assessori e consiglieri comunali sono pubblici per legge. I cittadini devono poter conoscere questi dati attraverso il sito istituzionale del Comune. Lo prevede il Decreto legislativo del 14 marzo 2013, n. 33, “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”. Lo stesso decreto indica in tre mesi dalla elezione (per i consiglieri) o dalla nomina (per gli assessori) il termine entro il quale i dati devono essere pubblicati.
E’ passato oltre un anno dal’insediamento di Consiglio comunale e giunta. Il 5 gennaio scorso un articolo di QuiAntella denunciò che nessuno aveva ancora adempiuto all’obbligo di legge (leggi qui). In questi mesi solo qualcuno si è messo in regola.
La consigliera Nocentini ha denunciato (redditi del 2018) un imponibile di 55.068 euro, la consigliera Baragli di 7.104 euro, la consigliera Redini non soggetta a presentazione, il vicesindaco Frezzi 15.813 euro, l’assessore Minelli 31.169 euro, l’assessora Francois 51.540 euro.
Ancora inadempienti il sindaco Casini e gli assessori Cellini e Pignotti; i consiglieri del Pd Conti, Cirpianetti, Bencini, Masi, Mazzi, Stinghi, Mondini; i consiglieri di Cittadini di Bagno a Ripoli, Forconi, Dessì, Petruzzi; i consiglieri della Lega, Frosali e Martinelli; il consigliere di Forza Italia, Acanfora.
Il consigliere Bencini ci ha precisato, mostrando la mail, di aver inviato la documentazione al Comune il 19 dicembre e sostenendo che la responsabilità della mancata pubblicazione è degli uffici.
Il consigliere Bencini Andrea, sulla cui correttezza istituzionale e intellettuale non v’e dubbio alcuno, da certamente a quale uscio bussare per lamentare il disservizio, che potrebbe dare opacità al suo comportamento lineare.
Forse nella medesima situazione si trovano anche altri che hanno adempiuto a tale incombenza.