Il fortunale politico è passato. Abbiamo avuto in rapida sequenza: il passaggio del consigliere comunale piddino Pier Luigi Zanella a Sinistra italiana; il voto contro un documento della giunta da parte dello stesso Zanella; l’imbarazzo dell’assessora Cellini, pure lei di Si, con successivo abbandono del partito; la sua offerta di dimissioni respinte dal sindaco Casini; la conferma dell’appoggio alla giunta da parte di Si; il malumore del Pd, esternato dal segretario comunale Gian Bruno Ravenni che sul sito Dcfnews ha parlato di rottura con Si non sul piano programmatico ma su quello dell’affidabilità.
Tutto questo tourbillon di dichiarazioni e risposte piccate è avvenuto attraverso gli organi di comunicazione (giornali e siti). Di confronti diretti, chiarimenti, faccia a faccia, a quanto è dato sapere, al momento nulla. Però è chiaro la vicenda non può finire qui e non può finire così. Sinistra italiana fa ancora parte della maggioranza in Consiglio comunale? Verrebbe da suggerire: parlatevi. Qualcuno sguaini il cellulare e faccia la prima chiamata per fissare un incontro. Tra alleati si fa così. O no?
Il problema è che sullo sfondo ci sono già i primi abbozzi di strategie elettorali per quando Bagno a Ripoli tornerà al voto. E’ vero, ci sono ancora tre anni, ma in politica certe mosse vanno programmate per tempo. Il Pd, dall’alto del suo serbatoio elettorale, mal digerisce di avere un’opposizione interna al gruppo in Consiglio comunale. Qualcuno vorrebbe per Zanella-Grillo Parlante (in questo caso il M5S non c’entra) la stessa fine prevista nel libro di Collodi. Perché tenerlo al calduccio del consenso, probabilmente ancora ampio, del Pd in zona se lui tende a fare il battitore libero? Corra con gli ex di Sel e vediamo quanto fiato ha.
Probabilmente lo scenario di una sinistra a sinistra del partito di Renzi attrae i neonati di Si. Che però hanno certamente presente due ostacoli. Primo: Sel in zona non ha mai brillato per attivismo, i tre anni che mancano al voto vanno utilizzati per costruire un’identità oggi assente. Secondo: Movimento 5 Stelle e Cittadinanza attiva marciano spesso a braccetto in Consiglio comunale. Magari non ci sono le condizioni per un’alleanza elettorale al primo turno, ma certamente per un patto di reciproco appoggio qualora uno dei loro candidati arrivasse al ballottaggio. Il M5S può catalizzare il voto di protesta e di scontento, la lista civica quello ambientalista. A Sinistra italiana resterebbero le briciole, forse neanche quelle.
Sì, è vero. Potrebbero esserci a spasso un po’ di voti del centrodestra orfani di punti riferimento (Forza Italia è evaporata e con lei anche il consigliere Mari). Ma su quelli ha già posto l’attenzione la lista Insieme per Bagno a Ripoli. Nel 2014 è rimasta a bocca asciutta ma ha avuto la forza di non disintegrarsi. I suoi esponenti seguono i lavori del Consiglio comunale assiduamente e il suo promotore, l’ex forzista Daniele Locardi, è diventato presidente del Cat di Grassina (organizzatore della Rievocazione storica), un posto di grande popolarità.
Insomma l’agitazione di Sinistra italiana per smarcarsi dal Pd è comprensibile. Il rischio, però, è di finire in fuorigioco.