“Se dovessero mancare i soldi per il secondo lotto della Variante di Grassina (quello da Capannuccia all’Ugolino ndr), la Regione non farà mancare il proprio intervento”: la rassicurazione è arrivata dal presidente della Toscana, Eugenio Giani, che è intervenuto ieri pomeriggio alla Festa dell’Unità in svolgimento a Mondeggi.
Giani e il sindaco Casini, commentando l’attuale situazione politica, si sono dichiarati apertamente per un appoggio a Draghi, invitandolo a ritirare le dimissioni. Casini ha annunciato di aver subito sottoscritto l’appello dei sindaci, lanciato dai primi cittadini di alcune grandi città fra le quali Firenze.
“L’atteggiamento di Conte e dei Cinque Stelle è da irresponsabili – ha detto Giani – Spero che quel 34 per cento di italiani che li ha votati quattro anni fa si faccia un esame di coscienza. In politica, come per qualsiasi altro lavoro, occorre esperienza e professionalità, non basta essere nuovi”.
Rispondendo alla domanda del giornalista Francesco Matteini, su come le istituzioni possono riacquistare la fiducia dei cittadini, il presidente Giani ha dato una risposta netta: “E’ necessario tornare al primato della politica. Si è dato troppo potere ai dirigenti. Opere pubbliche che non partono mai? Tempi infiniti per approvare i progetti? Che un dirigenti firmi un provvedimento o dieci prende lo stesso stipendio. E allora tenderà a firmarne uno solo così avrà meno responsabilità e meno rischi. Le decisioni sulle grandi scelte e le relative responsabilità devono poterle prendere i politici”.
Sulla esperienza e professionalità di certi politici navigati è bene stendere un velo pietoso, dati i danni profondi inflitti al nostro paese; basti pensare, per esempio, alle concessioni autostradali costateci una rete deteriorata e decine di morti (oltre alle vittime del crollo del viadotto Polcevera a Genova, anche quelle del pullman precipitato da un viadotto della A16 ad Avellino, anche a causa del pessimo stato delle barriere di protezione) mentre certi privati hanno incassato utili stellari con i nostri pedaggi, alla giustizia penale, resa malfunzionante grazie alle modifiche legislative tese ad assicurare l’impunità (il garantismo è un’altra cosa), e al lavoro, con l’aumento della precarietà e della povertà, per non parlare dei danni all’ambiente le cui conseguenze stiamo subendo anche in questi giorni.