I problemi dell’avvio del nuovo anno scolastico al tempo del Coronavirus sono l’oggetto di questa letera aperta-sfogo della professoressa Maria Luisa Rainaldi, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Caponnetto.
Ho letto nei giorni scorsi della situazione dell’Istituto Gobetti-Volta in merito al taglio delle classi, così come continuo a aggiornarmi sulle indiscrezioni (perchè tali sono fino a oggi) provenienti dal Ministero dell’Istruzione sulle misure da adottare per il rientro a Settembre.
In questi giorni ci stiamo confrontando al Tavolo istituito dal Comune di Bagno a Ripoli per mettere in campo e vagliare le varie soluzioni. Sicuramente gli incontri sono stati proficui e sono venute fuori varie ipotesi. Magari io sono troppo ansiosa, perchè da più parti qualcuno dice di aspettare le famose linee guida. Fino ad allora infatti le ipotesi venute fuori potrebbero vanificarsi. Tuttavia forse sarebbe il caso di fare un esame di realtà e dire le cose come stanno.
Porto l’esempio della mia scuola, alla Scuola Primaria Michelet abbiamo ricevuto, in tempi pre-Covid, 30 iscritti per le future prime delle elementari. Avremmo avuto la possibilità di formare due classi da 15 alunni e rientrare tranquillamente nei parametri previsti dai protocolli sanitari di distanziamento sociale, oltre al fatto che la qualità della didattica ne avrebbe risentito. Invece a livello ministeriale mi informano che la classe sarà una di 24 alunni. Dovrò quindi spostare 6 alunni alla Marconi e in più avrò a disposizione 1,5 docenti in meno.
Quindi mi chiedo, di cosa si sta parlando? Quale distanziamento sociale può esserci se la logica è sempre quella di aumentare il numero degli alunni per classe e dimuinuire l’organico? Sono almeno due decenni che nella scuola prevale questa logica e francamente non è neanche colpa dell’attuale gestione ministeriale. Le scuole e le classi sono piene, per non palrare della qualità dell’edilizia scolastica.
Stante così la realtà, non è possibile conciliare i protocolli sanitari e le misure di distanziamento a meno di fornire un’offerta monca, per così dire. Abbiamo preso in esame la possibilità di suddivere le classi in sottogruppi, sfruttando al meglio e al massimo gli spazi a disposizione, ma con il numero di docenti invariato non sarà possibile, a meno di accorciare l’orario degli alunni e far ricorso alle compresenze. Sono più chiara, volendo suddivedere una classe di 27 alunni, a chi afffido il secondo gruppo se non ho il docente che se ne occupa?
Forse secondo me bisognerebbe dire chiaro e tondo che, o si rispettano i parametri di distanziamento e quindi si va a intaccare il tempo scuola, oppure, se si deve far tornare tutti a scuola con le risorse attuali, il distanziamento non sarà possibile.
Perdonate se sono molto franca, ma io penso che questa operazione di verità e esame di realtà vadano fatti.
In ogni caso voglio tranquillizzare le famiglie che faremo di tutto e ci batteremo per far rientrare gli alunni a scuola e assicurare un doveroso rientro alla normalità.
Scusate lo sfogo.
Maria Luisa Rainaldi
Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo Statale “A. Caponnetto”