Mamma mi si sono ristrette le classi. Dimenticate le ampie aule della scuola media Granacci e anche quelle più anguste della Redi, dove la densità degli alunni è maggiore di quella dei bagnanti sulle spiagge a Ferragosto. La nuove aule hanno la dimensione dello schermo di un computer. E’ da lì che si affacciano i volti degli alunni, tutti insieme ma ognuno a casa sua, di fronte al prof di turno.
Fare lezione al tempo del coronavirus. Le scuole di Bagno a Ripoli hanno accettato la sfida. Ormai da settimane i professori delle medie Redi e Granacci fanno lezione dalla propria abitazione davanti ad una classe virtuale. I più smanettoni, senza troppi problemi, gli altri con la determinazione e la caparbietà di chi sente di avere una missione da compiere e non demorde. Ammirevoli nel loro impegno quotidiano.
Le dirigenti dei due istituti comprensivi in cui è diviso il comune, Maria Luisa Rainaldi (Ic Caponnetto) e Amalia Bergamasco (Ic Mattei) hanno accettato la sfida della scuola a distanza e giorno per giorno tentato di affinare i meccanismi per raggiungere e coinvolgere tutti i loro alunni. “Non vogliamo lasciare indietro nessuno” è il loro motto.
Alla Granacci è filato tutto liscio fin dai primi giorni, grazie alla piattaforma Classroom già sperimentata anche prima dell’emergenza. Qualche difficoltà alla Redi dove la scelta è caduta sulla piattaforma Moodle che pare dia qualche problema. Le due dirigenti scolastiche sono intervenute al filo diretto del sindaco su Facebook martedì scorso, illustrando le rispettive situazioni.
“I docenti lavorato tutti da casa attraverso la piattaforma digitale Google Classroom. Ogni classe ha il suo spazio virtuale e il suo orario. Le attività sono in modalità sincrona e il docente fa lezione mentre tutti i ragazzi sono collegati – spiega la professoressa Bergamasco – La nostra comunità è molto forte, c’è grande collaborazione. La dotazione tecnologica della scuola ci ha aiutati. Tutti gli alunni della Granacci sono connessi direttamente con la piattaforma digitale. Per quelli della scuola primaria e dell’infanzia il collegamento è attraverso i genitori. Abbiamo creato un orario scolastico con le videolezioni. La classe virtuale permette anche di vedere tutti i compagni. Per dare un computer alle famiglie che non lo avevano, abbiamo smantellato i laboratori di informatica”.
“Abbiamo accelerato un percorso già iniziato a cui tutti stanno dando un contributo – dice la professoressa Maria Luisa Rainaldi – Docenti a ridosso della pensione si sono messi in discusione per stare al passo con l’emergenza. Il corpo docente ha colto questa sfida come un’opportunità. I ragazzi sono incuriositi anche se gli manca il contatto con i compagni. Questo è un messaggio importante: niente sostituisce il rapporto umano. La nostra idea di scuola ci ha fatto optare per la piattaforma Moodle che permette un’autogestione: lì si possono trovare le lezioni registrate, le spiegazioni, le slides e la chat per interagire con il docente. Noi intendiamo una didattica a distanza diluita e ragionata, non costringendo gli alunni a stare più ore davanti al computer per le videolezioni”.
Siccome la piattaforma Moodle ha dato qualche problema tecnico, la scuola Redi sta valutando, come alternativa, l’uso di una piattaforma messa a disposizione dalla Fondazione Franchi, molto semplice nell’uso, che è stata presentata, ovviamento online, a docenti e rappresentanti dei genitori giovedì scorso.
Insomma, nelle scuole di Bagno a Ripoli la didattica, seppure con le difficoltà dell’emergenza sanitaria, va avanti. Non è ancora il momento della ricreazione.