“Ora basta, visto che è di moda lavare i panni sporchi in pubblico, annuncio che questa è l’ultima volta che il Pd vota a favore di una mozione di Liberi e Uguali senza che sia stata preventivamente concordata”. E’ stato con questo sfogo di Andrea Bencini, capogruppo Pd in Consiglio comunale, che si è chiusa l’ultima seduta dell’assemblea cittadina giovedì scorso. Prove tecniche di dissolvimento della maggioranza che governa il Comune (Pd più i tre fuoriusciti confluiti in LeU)?
A scatenare l’insofferenza di Bencini e di tutti il gruppo piddino è stata una mozione presentata in Consiglio da Laura Franchini, di LeU. per un “ampliamento servizi comunali certificazioni anagrafiche”. In sostanza nella mozione si chiede che il Comune, sull’esempio di ciò che fa da due anni Firenze, permetta di diventare punti anagrafe decentrati, dove poter fare certificati, alcune attività commerciali o associative del territorio. Intento utile, ma il problema è che il Comune di Bagno a Ripoli ha messo in atto qualche giorno fa questo servizio (partirà dal primo gennaio) attraverso una convenzione con tre edicole (due a Grassina, una a Bagno a Ripoli) e ha annunciato la disponibilità ad allargare il servizio anche ad altri esercizi commerciali. Franchini ha rivendicato la primogenitura dell’idea sostenendo di averci lavorato da ottobre. Come dire: “Vi siete mossi ora per scipparmi il merito”. Insinuazione respinta al mittente dall’assessora Francesca Cellini, la quale ha affermato che le riunioni organizzative con gli edicolanti sono iniziate addirittura ai primi di settembre. “Mozione inutile, perché già superata dai fatti”, ha chiosato il consigliere Claudio Falorni (Pd).
Nella frattura di maggioranza si sono tuffate a pesce le opposizioni (M5S, Forza Italia, Cittadinanza attiva) dichiarando il voto favorevole alla mozione. Incastrato tra l’uscio e il muro, passatemi la tipica metafora fiorentina per evidenziare uno stato di difficoltà, il capogruppo del Pd, Bencini, ha dato libero sfogo al suo fastidio con la dichiarazione riportata all’inizio dell’articolo, alla quale Franchini, forse presa in contropiede dalla veemenza dei toni, non ha replicato. Il voto (unanime) sulla mozione ha sancito gli scricchiolii sempre più accentuati tra Pd e LeU. Più che il clima natalizio, incombe quello preelettorale.
Ma davvero il capogruppo Pd ha detto:
“Ora basta, visto che è di moda lavare i panni sporchi in pubblico, annuncio che questa è l’ultima volta che il Pd vota a favore di una mozione di Liberi e Uguali senza che sia stata preventivamente concordata”
Come consigliere comunale non vedo “panni sporchi” in consiglio comunale, come cittadino però sono preoccupato se ci sono “panni sporchi”; l’affermazione è grave, il consiglio comunale deve essere una casa di vetro, trasparente ed aperta.
Quali sono i “panni sporchi”? Non certo una mozione poi votata…