Lo hanno definito “il pittore della luce”, perché le sue opere sono realizzate quasi tutte all’aria aperta. All’opera di Roberto Smorti, artista 76enne, cittadino di Bagno a Ripoli per adozione (vi si è trasferito da bambino), è dedicata una mostra, inaugurata sabato 18 maggio, nella sala del Circolo Protto a Villamagna, la frazione dove il Maestro abita. Smorti è anche stato presidente del circolo per 25 anni. Nel settembre dello scorso anno ha passato le redini del Protto a Leonardo Toti e alla sua vice Patrizia Nencetti.
In esposizione 44 dipinti dell’artista. Sono soprattutto paesaggi toscani, dove il tocco del pennello è capace di accendere la scena o metterla in penombra. Li osservi e ti pare di sentire il frusciare delle foglie, il soffiare del vento, lo scorrere dell’acqua. La mostra delle opere di Roberto Smorti, corredata da un ricco catalogo, resterà aperta fino a domenica 2 giugno.
Maestro, lei dipinge sempre dal vero?
Sì, tutti i miei quadri raffigurano scorci esistenti, talvolta elaborati attingendo alla memoria. Lavoro sempre all’aria aperta, almeno per fare lo sbozzo, che è la parte più bella del quadro. Poi – ride – lo sciupo nello studio, perché talvolta si perde la freschezza.
Come sceglie i suoi soggetti?
Vado alla busca, come si dice a Firenze. Si gira, si cerca e si trova. Quando un posto mi colpisce, mi fermo e lo dipingo sulla tela.
Ha dipinto molti scorci di Bagno a Ripoli? Qual è il punto più bello dal punto di vista pittorico?
Sì, molti. Il punto più bello è a Candeli. Da Villa la Tana si vedono il Duomo e Firenze sullo sfondo e in primo piano la chiesa di Candeli, che noi, qui, chiamiamo “il Vaticano”.
Nei suoi quadri c’è quasi sempre la presenza dell’acqua.
E’ vero, ho dipinto tutto il corso dell’Arno, dalla sorgente alla foce. E molti luoghi a pochi chilometri dal fiume. Ho trovato campi di girasoli, di papaveri… io questi posti me li mangio.
Come si coglie la luce giusta per un dipinto?
Avendo la pazienza di aspettare il momento più bello. Io inizio a dipingere ma posso aspettare anche delle ore che la luce cambi e quando arriva quella giusta sono veloce a cogliere l’attimo.
Lei come maestro ha avuto Giuseppe Mazzon, ma c’è uno stile a cui si ispira?
I Macchiaioli, come tutti i toscani li ho nel dna.
Come si definirebbe come pittore?
Uno che dipinge col cuore. La mano anticipa il cervello.
Quanti quadri ha dipinto nella sua carrriera?
Oltre tremila, anche se in questi ultimi anni ho molto rallentato. Comunque più di Monet che fece 2.800. Anche se – ride di nuovo -forse lui è più bravo.
In occasione della mostra, il Circolo Protto ha organizzato la Prima estemporanea di pittura a olio dedicata a Francesco Granacci, che proprio a Villamagna nacque nel 1469/70. Il tema del concorso è: “Villamagna, San Romolo e dintorni”. La premiazione avverrà domenica 16 giugno. Qui la locandina con il regolamento: