La rissa verbale ripresa dalle videocamere del consiglio comunale
La fotosequenza dell’alterco
Rissa (verbale) in consiglio comunale tra il presidente dell’assemblea, Francesco Conti, e un cittadino, Dario Caiani, con interruzione della seduta e minaccia di intervento dei carabinieri.
Andiamo con ordine.
Sta parlando la consigliera Sonia Redini la quale, vedendo che il sindaco sussurra qualcosa al presidente Conti, intercala le sue dichiarazioni dicendo: “Vedo che al sindaco interessa molto…” e abbozza un sorriso. Ma, inconsapevolmente, il suo richiamo infiamma alcune delle persone presenti. Scatta un applauso polemico, mentre il sindaco fa presente che stava comunicando un’informazione al presidente del consiglio e non comprende il tono del richiamo.
Qualcuno del pubblico urla “Vergogna”. Poi interviene Caiani che stigmatizza il comportamento del sindaco. Conti gli ricorda che, per regolamento, il pubblico non può intervenire nei consigli comunali (è così ovunque). Caiani ignora l’avviso e continua nella sua requisitoria contro il sindaco. I toni si alzano, le espressioni diventano meno concilianti.
Conti invita Caiani ad uscire dalla sala.
Caiani rifiuta e continua a polemizzare.
Conti minaccia più volte di chiamare i carabinieri per farlo allontanare.
Caiani lo sfida a farlo, affermando che lui di lì non si muove.
Conti, nel suo ruolo di presidente, interrompe i lavori del consiglio: se Caiani non esce dalla sala, la seduta non riprende.
I due si scontrano (sempre verbalmente) nel corridoio.
Conti prende il telefono per far intervenire le forze dell’ordine mentre Caiani rientra in sala dove viene affrontato anche dal sindaco Casini.
“Ok, me ne vado, ma solo per rispetto di Sonia Redini”, dice Caiani mentre esce di scena.
La seduta può riprendere.
La prima cosa che il presidente del Consiglio comunale fa, a fronte di una protesta di un cittadino, è ammonire la consigliera Sonia Redini che, testualmente, “non si può prestare”… ?!
“Prestare” a fare cosa? Che responsabilità ha la consigliera verso il pubblico? Intanto, istituzionalmente, si rivolga con il “lei” a chiunque poi se non riesce a gestire un dissenzo e se crede chiami le forze dell’ordine ma non scarichi la sua incapacità con arroganza su altri che nulla c’entrano ne possono