I lavori per il nuovo parcheggio davanti all’ospedale di Santa Maria Annunziata, la riorganizzazione del traffico su via dell’Antella con la realizzazione di due rotonde, il completamento della pista ciclabile di Grassina con la costruzione del tratto da Ponte a Niccheri all’Antella, che avrebbero dovuto iniziare a giorni, slittano di almeno un anno. Il problema è che tutta l’area viene considerata dall’Autorità di bacino dell’Arno ad alto rischio idraulico e il progetto esecutivo di Società Autostrade (nell’ambito dell’intervento per la terza corsia) che riguarda il parcheggio non risponde ai requisiti di evitare nuove criticità.
Il progetto prevede che la nuova area di sosta, spostata verso l’ospedale rispetto a quella attuale in modo da evitare il pericoloso attraversamento di via dell’Antella da parte degli utenti, sia messa alla medesima quota del nuovo parcheggio recentemente realizzato per i dipendenti (circa un metro più alto). Una soluzione che aumenterebbe i rischi di allagamento dell’ospedale in caso di esondazione dell’Isone, corso d’acqua tanto piccolo quanto bizzoso e imprevedibile. Il progetto andrà quindi rifatto tenendo conto delle indicazioni dell’Autorità di bacino recepite dalla normativa urbanistica del Comune di Bagno a Ripoli. Il nuovo progetto dovrà poi seguire tutto l’inter burocratico: approvazione da parte del Ministero delle infrastrutture e passaggio in Conferenza dei servizi. La previsione è che l’inizio dei lavori di parcheggio, viabilità e pista ciclabile possa avvenire nella primavera del 2018 e la conclusione alla fine del 2019.
“Il progetto di Autostrade deve tenere conto della pericolosità idraulica di tutta la zona – dice l’ingegner Marcello Brugioni dell’Autorità di bacino – Il problema non è di semplice soluzione, proprio in questi giorni ci stiamo confrontando con i tecnici di Autostrade e Comune per trovare la soluzione più idonea. Noi abbiamo chiesto che l’intervento non aumenti il rischio idraulico dell’ospedale e che per il parcheggio sia previsto uno specifico protocollo di protezione civile per gestire le eventuali emergenze. Per fare un esempio qualcosa come la chiusura con sbarre dei sottopassi in caso di allagamenti. Però mentre per le piene dell’Arno il preavviso può arrivare per tempo, nel caso dell’Isone i tempi di risposta sono molto brevi e con margini di incertezza. Resta comunque il problema dell’accesso all’ospedale in caso di alluvione con una viabilità che non è in sicurezza. Ma questo è un tema che abbiamo fatto presente da tempo sia al Comune di Bagno a Ripoli che alla Regione. L’Isone è un corso d’acqua la cui esondazione può ripetersi a intervalli molto brevi, anche solo di qualche anno. Per mettere in sicurezza tutta l’area occorrerebbero interventi, tipo casse di espansione, per depotenziarne gli effetti in caso di piena”.