Tutto quello che avreste voluto sapere sugli alberi e non avete mai osato chiedere: Bagno a Ripoli può vantare fra i suoi cittadini uno dei massimi esperti di arboricoltura, il professor Francesco Ferrini, docente al Dipartimento di Scienze Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente dell’Università di Firenze e membro dell’Accademia dei Georgofili, che abita a Osteria Nuova. In questi giorni è uscito il suo ultimo libro “Amico albero”, ma non è un testo per addetti ai lavori. “Il libro era nato per essere un capitolo di una pubblicazione sull’arboricoltura urbana – spiega il professor Ferrini – Vista l’enormità di informazioni raccolte ho deciso di fare qualcosa di divulgativo per chi ha interesse al verde nella propria città. Può servire anche all’amministratore locale come strumento di lavoro per intervenire sul verde pubblico”.
In questo momento gli alberi sono di moda. Vengono perfino abbracciati. Non le sembra eccessivo?
Sono quelli che chiamo i talebani del verde. Gli alberi non hanno bisogno di abbracci ma di scienza. Talvolta l’eccessivo amore fa addirittura male agli alberi. Per esempio il pellegrinaggio verso alberi secolari, con il calpestamento del suolo ne cambia le condizioni e può provocare danni. Abbracciando alcuni platani delle Cascine malati di cancro si rischia di trasferire le spore ad alberi sani per contatto. Certo, è un caso limite. Bisognerebbe dialogare non scontrarsi, ma il dialogo è noioso, non fa audience, vale solo lo scontro.
Come giudica la manutenzione del verde a Bagno a Ripoli?
Abito qui da 27 anni, il problema che ho rilevato è quello delle potature. Ho scritto sia quando era sindaco Bartolini che all’attuale sindaco Casini contestando alcune potature come quelle a Osteria Nuova o sul viale di Grassina, anche se le ha fatte la Città metropolitana. All’Antella qualche anno fa fecero delle potature terrificanti ai tigli della via del mercato. Il capitozzo accorcia la vita dell’albero. Talvolta meglio abbattere un albero che ridurlo come sul viale di Grassina.
La tesi è che in quel caso c’erano problemi di sicurezza per possibile caduta di rami.
Se c’è un problema di sicurezza l’albero si abbatte. Per evitare la caduta rami basta potarlo regolarmente. Anzi ora i rami saranno ancorati in modo più debole. E’ un viale storico, non si possono abbattere tutti insieme. Però iniziare, visto che sono anche molto fitti, ad abbatterne qualcuno reimpiantando sarebbe un’operazione da fare. Ogni 4/5 anni un po’ di ricambio. Quello che è stato fatto è un intervento non sostenibile, poco lungimirante per la vita della pianta.
I giardini pubblici di Bagno a Ripoli sono pieni di pini: un albero che denuncia problemi di stabilità.
E’ un grosso problema non solo di Bagno a Ripoli. Sì, è un rischio tenerli, va valutato il target: in un parco ci possono stare, diverso su aree a giardino pubblico o mercato. Il pino è un bellissimo albero che ci contraddistingue anche come paese, pur essendo importato e non autoctono. In viale Europa i pini cominciano a essere un problema. Ricordo quando li piantarono, hanno 50 anni, le radici stanno sollevando l’asfalto. All’Antella, nel giardino del Crc erano alti e fitti, abbatterli è stata la scelta giusta.
Quanto vivono gli alberi?
Vivono più di noi ma non sono eterni. Ciliegi e peschi da 20 ai 40 anni, un tiglio può arrivare a 150/200 anni, non in città o in condizioni estreme, però. Un platano sui 200 anni, un pino 120/150 anni, ma in città 80/90 anni sono già parecchi.
Un consiglio al Comune?
I Comuni dovrebbero consorziarsi e prendere un agronomo o un forestale per le varie problematiche e il monitoraggio del territorio. Bagno a Ripoli potrebbe farlo con Impruneta e Greve, per esempio.
Una proposta al sindaco?
Investire in una pubblicazione sugli alberi monumentali della zona, ce ne sono tanti, alcuni di interesse storico paesaggistico. C’è un cipresso spettacolare a Rimaggio, castagni bellissimi sotto la chiesa di Montisoni, il famoso leccio di Belmonte, anche se è privato. Servirebbe una ricognizione e poi fare un album fotografico chiedendo anche ai cittadini per avere immagini storiche. Penso a un percorso turistico abbinando tabernacoli e alberi. Magari cercando finanziamenti europei.