La petizione contro la chiusura della filiale dell’Antella della Cassa di Risparmio, con le firme di 553 cittadini, è stata consegnata al direttore della filiale, dal sindaco Francesco Casini e dalla consigliera comunale Sandra Baragli.
“Ci uniamo alle 553 firme raccolte dai nostri consiglieri comunali – spiega il sindaco Francesco Casini – per chiedere che la Banca riveda questa scelta. Non solo per la storia della filiale, una delle più antiche del territorio fiorentino, ma anche e soprattutto per l’importanza che ha ancora oggi per la cittadinanza di Antella. Lungi da noi voler interferire nelle scelte aziendali, ma speriamo che questa grande dimostrazione di attaccamento della comunità alla filiale della frazione possa far cambiare idea ai vertici della Banca”.
Allo stesso scopo, già nelle scorse settimane il sindaco aveva incontrato i responsabili della direzione regionale Toscana-Umbria di Intesa Sanpaolo, di cui il marchio Cassa Rispamio Firenze fa parte.
Nel pomeriggio di ieri il sindaco, insieme all’assessore regionale ai rapporti con gli enti locali Stefano Ciuoffo, ha inoltre inviato una lettera al direttore regionale della Banca, Luca Severini. In questa, è stato ribadito l’invito ad un ulteriore momento di riflessione sulla riorganizzazione della rete degli sportelli sul territorio, che possa tenere conto del forte radicamento che Cassa di Risparmio prima e Intesa Sanpaolo adesso, ha tra gli abitanti di Antella.
“Siamo vicini – afferma l’assessore regionale ai rapporti con gli enti locali Stefano Ciuoffo – ai cittadini in situazioni come queste, dove si concretizza il rischio della diminuzione o scomparsa di presidi storici di servizi essenziali come in questo caso la filiale di Banca Intesa ad Antella. Sportello bancario aperto quasi cento anni fa dalla Cassa di Risparmio di Firenze essendone espressione territoriale. L’auspicio è che, pur nella autonomia propria di un soggetto privato, Banca Intesa Sanpaolo possa cogliere il valore del mantenimento di sportelli nei territori di radicamento originario delle banche che poi hanno dato vita fondendosi a quello che adesso è il primo istituto bancario italiano, anche grazie alla storia e ai correntisti di filiali di provincia come questa”.