In questi ultimi giorni si stanno moltiplicando le proteste dei cittadini per il mancato ritiro dei rifiuti a Bagno a Ripoli. Talvolta un utente singolo, in altri casi un’intera strada. A qualcuno non è stato portato via l’indifferenziato, ad un altro l’umido, ad un altro ancora il multimateriale.
Come abbiamo spiegato ieri in un articolo su QuiAntella (vedi) il problema è che il personale di Alia è stato decimato dal Covid e con molti dipendenti in quarantena (addirittura il 65% è stato comunicato all’assessore all’ambiente Minelli) è impossibile garantire la regolarità del servizio.
In una situazione di difficoltà, com’è quella che stiamo vivendo, è indispensabile da parte dei cittadini un atteggiamento di collaborazione e pazienza (“Ognuno faccia la propria parte”, ha invocato anche il Presidente Mattarella nel discorso di fine anno).
Nonostante le squadre di recupero che Alia può organizzare in emergenza, è ovvio che la raccolta rifiuti non può essere quella dei giorni normali. I lavoratori di Alia non sono immuni al Covid, così come quelli di altri servizi pubblici che la pandemia sta mettendo in crisi.
Tuttavia c’è un antidioto, non ai disagi, ma al caos che si è generato: si chiama informazione. Una grande azienda come Alia non può trascurare questo fattore fondamentale nel rapporto con gli utenti.
Ad evitare proteste (almeno la gran parte) e incertezze (metto fuori la nettezza? me la riporto in casa? passeranno stasera?) sarebbe stato sufficiente dare comunicazione ai cittadini delle difficoltà (fra l’altro facilmente prevedibili) a mantenere regolare il servizio. Se i problemi si spiegano, la gente (non tutta ma la maggior parte) comprende. E magari sarebbe stato utile, anziché saltare random ora un caseggiato, ora un altro, dare indicazioni precise di quali zone avrebbero avuto una raccolta “rallentata” e per quali materiali, magari concentrando le forze su umido e indifferenziato. In fondo tenere qualche giorno in più in casa la carta, per esempio, è certamente meno disagevole che vegliare i resti delle libagioni natalizie.
Abbandonare l’utente nella totale incertezza provoca discredito sul servizio, lamentazioni sui social, valanga di telefonate al centralino dell’azienda dei rifiuti (e le mancate risposte contribuiscono ad esacerbare ancor più chi protesta), ingiuste accuse al personale.
La raccolta rifiuti è in tilt, ma ad Alia tutti zitti con la testa sotto la sabbia, come gli struzzi.