Una sorta di processo (seppur senza contraddittorio) al nuovo Piano operativo di Bagno a Ripoli è stato allestito venerdì scorso nella Biblioteca comunale di Ponte a Niccheri dal coordinamento di 14 associazioni che da tempo ne contesta i contenuti.
I “capi d’accusa” sono stati: il consumo di suolo, la previsione di nuove abitazioni non necessarie, la mancata salvaguardia del territorio. A sostenerli una petizione popolare che ha raccolto 882 firme di cittadini ripolesi.
“Un piano deve avere degli obiettivi, ma fra questi vanno indicate delle priorità, non sono paritari – ha detto l’architetto Umberto Alberti – In questo momento storico la massima priorità è salvaguardare il clima del pianeta e quindi limitare il consumo di suolo, tutte le altre sono subordinate a questa”. Alberti ha ricordato il consumo di suolo già utilizzato per terza corsia, centro sportivo della Fiorentina e quello già impegnato per parcheggio e deposito della tramvia: “Progetti fiancheggiati dall’Amministrazione comunale che non ha fatto niente per ridimensionarli – ha aggiunto – Invece nel Piano operativo si vuole sfruttare l’avvento della tramvia per favorire nuovi interessi economici”.
All’avvocato Valerio Pellegrini è stata affidata la “requisitoria” dettagliata contro le specifiche previsioni del Piano operativo zona per zona. Fulcro delle acuse l’eccesso di nuove costruzioni residenziali (130 alloggi) tra Bagno a Ripoli, Antella, Grassina, Osteria Nuova. La proposta delle associazioni è di limitarsi al recupero dell’esistente, destinandone il 20 per cento a edilizia residenziale pubblica. Al posto di nuovi parcheggi attrattori di traffico, favorire la mobilità alternativa. Annullare la previsione di costruire (case, spazio espositivo, negozi) nell’area del Pian di Ripoli tra il Gobetti Volta e La Pieve, lasciando lo spazio a verde con eventuali attività agricole o per eventuali necessità future di carattere pubblico. Nonostante i probabili alti costi, recupero dell’area privata ex Omnes (il rudere all’ingresso di Bagno a Ripoli) creando uno spazio per associazioni e attivatà pubbliche. Salvaguardare la collina di Rimaggio “evitando di collocarvi attività incongrue”. Per Osteria Nuova, pur soddisfatti della riduzione di superficie edificabile (da 1.000 a 330 mq) annunciata dal Comune, viene chiesto di azzerare del tutto le nuove costruzioni. Così come viene chiesto di stralciare dal piano le nuve case previste all’Antella. Limitare la concessione di ampliamenti di attività produttive solo dopo attenta valutazione di contesto paesaggistico e viabilità.
Critiche anche sul presunto mancato coinvolgimento dei cittadini. “E’ mancato un processo partecipativo come inteso dalla legislazione regionale – ha affermato l’avvocato Pellegrini – Ci sono state soltanto riunioni di mera informazione dopo che le scelte erano già definite”. Tesi, però, smentita dall’ospite d’onore dell’iniziativa, il professor Massimo Morisi, professore emerito di Scienze politiche all’Università di Firenze, già garante della partecipazione per la Regione Toscana e per il Comune di Bagno a Ripoli. “La legge regionale non indica regole – ha spiegato – Qui il procedimento partecipativo ha avuto luogo”. Anche se poi ha aggiunto che, siccome il coinvolgimento dei cittadini può migliorare i progetti, la partecipazione ha bisogno che politicamente ci si investa. Un aspetto che secondo il professor Morisi si basa sul concetto: io sono disposto a cambiare opinione se lo sei anche tu. Tuttavia, sul Piano operativo, disponibilità a cambiare opinione se n’è sempre registrata poca da entrambe le parti.
Ma in sintesi, ci sarà una revisione del piano operativo oppure no?