L’arrivo del segretario della Lega Nord Matteo Salvini a Bagno a Ripoli (domani, ore 21, biblioteca comunale di Ponte a Niccheri) crea dibattito fra la gente e all’interno della sinistra. Impedire, contestare, tollerare, ignorare. Il Partito comunista dei lavorato ed altre forze politiche hanno organizzato un presidio di protesta in contemporanea con l’iniziativa leghista. Scopi e motivazioni li illustra Simone Faini, coordinatore provinciale Pcdl in questa intervista.
Faini, per lai la Lega ha diritto ad esistere?
Secondo me, no. Non ha diritto di esistere perché è un movimento razzista e xenofobo che da quando è nato lancia campagne contro i più deboli, immigrati, rom, zingari.
Seppure razziste e xenofobe, quindi aberranti, sono comunque opinioni. E’ giusto impedirne l’espressione?
Le idee terribili ed aberranti vanno combattute. Altrimenti si giustifica chi ha scritto “ebrei al rogo” sul muro della Casa del popolo di Grassina. La libertà di opinione non può essere assoluta. La Lega si è augurata che gli immigrati affogassero in mare e ha fomentato campagne d’odio infami. Fra l’altro in Italia c’è una legge, non applicata, contro l’apologia di fascismo.
Ritiene la Lega un movimento fascista?
La Lega Nord in Toscana si sta alleando per le prossime elezioni regionali con Casa Pound.
Anche Casa Pound non è fuorilegge.
La legge a me interessa il giusto. Casa Pound è un movimento dichiaratamente fascista e razzista. Non lo dico io, lo dicono loro definendosi i fascisti del terzo millennio.
Ma è giusto impedire la libertà di espressione anche la più censurabile?
Non si tratta più di libertà quando si entra nel terreno dell’apologia di fascismo. Anche la libertà di espressione deve avere dei limiti. Altrimenti chiunque potrebbe scrivere qualsiasi cosa. Si potrebbe dire che Pacciani è stato bravo…
E infatti lo si potrebbe dire. Non succederebbe niente.
Però secondo me ci vuole un limite alla libertà di espressione. E infatti la Costituzione lo prevede.
Veniamo alla mobilitazione di domani (giovedì 26). Faccia uno sforzo e si metta nei panni di Salvini. Ora scelga fra due opzioni: opzione A, arrivo alla biblioteca e comizio di fronte a quattro gatti col fazzoletto verde nel taschino, rilievo sulla stampa zero. Opzione B: arrivo alla biblioteca, schieramento di polizia, presidio antifascista, organi di informazione presenti, articoli e servizi tv assicurati, cori, insulti, magari vola anche qualcosa (sono possibili persino provocazioni) comizio sotto assedio o impedito fa poca differenza. Lei-Salvini che scenario vorrebbe?
Si è valutato questo problema…
Dopo le valutazioni. Prima scelga l’opzione.
Salvini non ha bisogno per avere notorietà del nostro presidio di domani perché è tutti i giorni in tv.
Se non ne avesse bisogno non verrebbe a Bagno a Ripoli…
Qui non è lui che ha bisogno, ma i suoi contatti locali che vogliono iniziare un lavoro sul territorio.
Lai continua a non scegliere l’opzione.
Io cosa sceglierei se fossi Salvini? Sinceramente non me lo pongo neanche questo problema. E’ compito di un antifascista e antirazzista scendere in piazza per contrastare questi tentativi di insediarsi nel nostro territorio.
Lei dice che ha bisogno di visibilità il suo entourage locale, ma senza il vostro presidio nessuno avrebbe saputo dell’iniziativa. Voi gli avete dato visibilità.
A Salvini farebbe più comodo vedere che domani non ci siamo perché penserebbe ad un territorio che non ha anticorpi contro razzismo e fascismo. Quando gruppuscoli come Casa Pound o gruppi come la Lega tentano di attecchire, la cittadinanza deve mobilitarsi per impedirlo.
E il presidio impedisce questo attecchimento?
Un presidio come quello di domani riesce a mettere insieme forze politiche e sociali che si parlano a malapena. Si sta creando un fronte che speriamo non si esaurisca domani ma inizi un lavoro.
Allora è a voi che il presidio serve per avere pubblicità e visibilità.
No, noi non cerchiamo pubblicità, ma di iniziare un lavoro di lungo percorso.
E Salvini vi dà l’occasione. Senza di lui questo inizio di lavoro non ci sarebbe.
Talvolta ci sono degli eventi che possono coagulare. L’arrivo di un leader razzista coagula un fronte di anti razzisti che si riparlano dopo anni.
Il presidio ha lo scopo di impedire che Salvini parli o solo testimoniare la reazione della gente?
Secondo noi Salvini non deve parlare. Il sindaco doveva revocare l’uso della biblioteca. A questo punto dovranno essere i cittadini a farlo, non con la violenza ma con la mobilitazione di massa.
Difficile impedire a qualcuno di parlare senza ricorrere alla violenza.
Anche solo l’occupazione della strada da parte di alcune centinaia di persone può dimostrare la contrarietà della popolazione.
Una sorta di muro umano davanti all’ingresso?
Esatto. Ovviamente parlo in linea teorica. Magari ci fossero duemila persone che circondano la biblioteca e impediscono l’accesso.
Bene, niente violenza. Ma avete la capacità di controllare che non ci siano eccessi?
E’ praticamente impossibile controllare il comportamento di tante persone. Ci possono essere provocatori e infiltrati.
Vero, ma nei cortei degli anni Sessanta, con decine di migliaia di persone, il servizio d’ordine della Cgil garantiva la sicurezza. Chi organizza una manifestazione deve assumersi la responsabilità di ciò che accade.
Anche noi auto tuteliamo le nostre manifestazioni quando è possibile farlo. Delle volte le situazioni trascendono dagli obiettivi iniziali. Ribadisco che domani il presidio sarà pacifico. Inoltre non saremo davanti alla biblioteca ma alla rotonda di Ponte a Niccheri per farsi vedere da chi passa con striscioni e volantini.
Mettere una cappa di silenzio su Salvini non sarebbe più utile.
Secondo me no. Sarebbe sbagliato.
Anche se Che Guevara diceva che “il silenzio è una discussione portata avanti con altri mezzi”?
Che Guevara diceva anche altre cose. E comunque non è questo il caso.
La libertà di opinione è sacra. La Lega mi fa schifo, ritengo Salvini un troglodita della politica (e mi scuso con i trogloditi per l’accostamento), ma tutto ciò non basta per impedire a qualcuno di parlare. Anche perché è sempre difficile e rischioso stabilire chi è il giudice.
Bravo Matteo. (E bravo Francesco: condivido, la tattica giusta sarebbe: ignorare, seppellire nel silenzio). Ma – domanda: che cavolo è il Partito comunista dei lavoratori? Mai sentito ad oggi, sarà colpa mia.
è l’unico partito veramente comunista rimasto in italia..
la libertà di opinione non è fomentare odio razziale. se non si comprende questo saremo destinati a rivivere i nazionalsmi