Un presepe di macerie. Case sventrate, palazzi sbriciolati, oggetti semisepolti dai detriti. Nella piccola area verde sul lato della chiesa dell’Antella, all’ombra del campanile, affacciata su piazza Peruzzi, sta nascendo una rappresentazione della natività molto particolare. A realizzarla Claudio Verduchi, 80 anni ben portati e una passione innata per i presepi, con l’aiuto della giovane assistente Sara Scarlatti, che fa parte del gruppo giovani della parrocchia.
L’idea di Claudio è di coniugare il presepe con la tragedia del terremoto che ha colpito recentemente il centro Italia. Mattoni forati spaccati, con i buchi in bella mostra, ricordano in maniera impressionante le case sventrate dal sisma. Qua e là si intravedono le tende delle finestre (con la garza), vetri rotti (con ritagli di plastica), modellini di auto. C’è anche la campana crollata fra le macerie. “Dedico questo presepe alla città di Amatrice e ai tanti paesi colpiti dal terremoto”, spiega Claudio. In un angolo la capanna con Giuseppe, la Madonna, la mangiatoria e alcuni pastori, in un’oasi di serenità a confine con l’inferno del terremoto. Il presepe è ancora in allestimento. A fianco a quest’area ce ne sarà un’altra: riprodurrà un campo di soccorso, con tende e volontari.
Claudio e Sara vi lavorano incessantemente fino a quando c’è luce. Vogliono terminare tutto per domani sera in modo che il presepe sia pronto per essere inaugurato giovedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata. “Ho proposto la mia idea a don Moreno che l’ha sposata con entusiasmo – racconta Claudio – Mi ha dato carta bianca per soggetto e realizzazione. Io ci ho messo passione. Spero che alla gente piaccia”.