L’esperienza di Mondeggi bene comune stava per allargarsi ad un’altra delle coloniche abbandonate, che fa parte del patrimonio della Città Metropolitana. Si tratta della casa chiamata “Pulicciano”, che si affaccia proprio su via di Pulicciano, tra l’Antella e Capannuccia. Attualmente i mondeggini si sono insediati e lavorano da un paio di anni nelle coloniche chiamate “Cuculia” e “Conte Ranieri”. La nuova “annessione” è stata evitata dall’intervento di operai della Città Metropolitana che hanno murato le vie d’accesso e messo lucchetti nuovi ai cancelli. Nei giorni precedenti i mondeggini avevano sistemato l’area circostante, effettuato riparazioni sul tetto pulito e imbiancato i locali interni.
Le intenzioni degli occupanti sono rivelate in una lunga nota sulla pagina Facebook “Mondeggi bene comune”. La nota descrive un’estate calda, non solo per il meteo. Si ricorda l’incendio quasi certamente doloso avvenuto il 12 luglio, nel quale è andato distrutto oltre un ettaro di oliveta coltivato dagli occupanti; si accenna alle voci di un possibile sgombero il 3 agosto, poi rivelatesi infondate (lo sgombero c’è stato per uno stabile occupato a Firenze in via Toselli); per arrivare alla mancata occupazione di Pulicciano.
“Il giorno 16 agosto , una folta squadra di operai della ex provincia scortati da guardie forestali, polizia provinciale e alcuni funzionari dell’assessorato al patrimonio della città metropolitana – si afferma nella nota – intervengono in una casa del comprensorio di Mondeggi denominata Pullicciano, murando con cemento e mattoni gli accessi ad una parte della suddetta casa sia al piano terra che al primo. Gli operai, diretti dalle forze dell’ordine sollecitate dagli amministratori che si credono legittimi proprietari del bene, completano l’opera smantellando una scala esterna in ferro che portava direttamente al piano primo. Il Comitato Mondeggi Bene Comune Fattoria senza padroni aveva iniziato da un paio di mesi dei lavori di ripristino e custodia intorno e dentro il fabbricato di Pullicciano, con l’intenzione di allargare il presidio contadino che da oltre due anni sta prendendosi cura dell’area e che – come abbiamo detto più volte in tutte le sedi possibili e immaginabili – ha come scopo impedire il degrado e la privatizzazione dell’area affinché possa definitivamente rimanere in usufrutto come bene comune alla cittadinanza”.