Lo sconto sulla Tari, la tassa sui rifiuti, per le utenze servite dal porta a porta spetta solo a circa metà delle utenze di Bagno a Ripoli.
Il Consiglio comunale ieri ha ratificato il provvedimento che prevede agevolazioni per le imprese che sono state chiuse a causa del Coronavirus (qui l’anticipazione di QuiAntella) e la conferma dello sconto per il 2020 alle utenze domestiche coivolte dalla raccolta porta a porta nel 2019 (come era stato fatte per quelle della prima ora (Antella e Grassina). Complessivamente circa 6.000 utenze.
E per le 6.500 utenze coinvolte nella raccolta porta a porta tra giugno e luglio di quest’anno (Bagno a Ripoli centro, Ponte a Ema, zone collinari)? Niente sconto del 10% sulla parte variabile della Tari. Una scelta criticata dalla consigliera Sonia Redini (Cittadinanza attiva) che ha parlato di “frazioni Cenerentola” e ha sottolineato come la decisione fosse già stata presa dalla giunta prima dell’emergenza Coronavirus, che quindi non può esserne la giustificazione.
“Era un premio che non abbiamo potuto dare all’ultimo allargamento del porta a poarta per non aggravare ulteriormente la tariffa della maggior parte dei cittadini – ha spiegato a QuiAntella l’assessore all’ambiente Enrico Minelli – Abbiamo dovuto anche rivedere il servizio, riducendo da due a uno i giorni di ritiro del multimateriale”.
Lo sconto del 10% sulla parte variabile della tassa comporta per l’utente un risparmio di una manciata di euro. E’ più un riconoscimento di collaborazione ai cittadini coinvolti nel nuovo metodo di raccolta che un reale vantaggio economico. Avrebbe inciso in modo quasi impercettibile sulla spesa totale per raccolta e smaltimento rifiuti che, per Bagno a Ripoli, sfiora i 5 milioni annui.
Una mancata equità di trattamento fra i cittadini dello stesso comune.
Le “frazioni Cenerentola” ringraziano.