Via Longo, a Ponte a Ema, è il fronte del… porco. La postazione dei cassonetti di Alia da 48 ore è stata trasformata in una mini discarica a cielo aperto dove, intorno ai contenitori, sono stati accumulati, sacchi, bottiglie, cartoni, spazzatura sparsa. Non è la prima volta che accade e non sarà l’ultima. Alcuni sacchetti sono stati abbandonati anche fra i cassonetti della postazione più interna rispetto all’accesso da via Chiantigiana.
E’ evidente che l’esigua minoranza che si rifiuta di accettare la raccolta porta a porta in funzione a Grassina e Antella, scarica la propria nettezza su questa postazione di Ponte a Ema dove il servizio non è ancora stato attivato. Il ritardo deriva dalla necessità di un coordinamento fra Alia, che opera la raccolta, e i Comuni di Bagno a Ripoli e Firenze, fra i quali la frazione è divisa. Nei prossimi mesi – hanno più volte assicurato il sindaco Casini e l’assessore all’ambiente Minelli – il porta a porta sarà esteso a tutto il territorio comunale di Bagno a Ripoli e quindi anche all’intera frazione di Ponte a Ema.
Nel frattempo, però, qualche provvedimento tampone per evitare spettacoli di degrado di questo tipo andrebbe studiato: fototrappole, appostamenti della municipale, controllo del contenuto dei sacchi per risalire ai proprietari. Lasciare impunito chi ha comportamenti incivili a danno della comunità è il peggior spot verso una coscienza ecologica e una politica dei rifiuti corretta.