Al vicesindaco Paolo Frezzi non è piaciuto l’articolo di QuiAntella “Bagno a Ripoli crescerà di 1.500 abitanti” (leggi qui) e lunedì, nel Consiglio comunale che ha dibattutto su Piano strutturale e Piano operativo, richiamando quel titolo, ha spiegato perché le cose non starebbero così.
I circa 500 nuovi alloggi previsti dal Piano operativo (tra nuova edificazione e recupero) non sono destinati a 1.500 abitanti “intesi come teste”.
Allora da chi saranno abitati? Semplice: saranno a disposizione per coppie che si separano, e quindi hanno bisogno di due case anziché una, e figli che lasciano la famiglia per andare a vivere da soli. Uno scherzo da ultimo di Carnevale? Niente affatto: il vicesindaco era serissimo.
Ecco la spiegazione di Frezzi che riportiamo fedelmente (si può confrontare il testo con la registrazione del Consiglio comunale visibile su YouTube, a partire da 3 ore e 42 minuti circa):
“Non sono abitanti fisici ma abitanti equivalenti. Significa che servono per creare un dimensionamento – concetto difficile da capire per chi tecnico non è – Sono abitanti che servono a dimensionare un quadro. Il quadro di una società, quella ripolese, che non è che aumenta di abitanti, ma è il nucleo famigliare che aumenta. Perché forse i figlioli vanno a vivere da soli, perché forse le coppie si separano, perché forse c’è tutta una dinamica, non solo ripolese ma di questo tempo, per cui la famiglia e il nucleo famigliare si nuclearizza e quindi l’esigenza di abitazioni in più, esigenza sociale non ragionieristica, è un’esigenza che, per me, chiede che ci sia un certo nucleo di metri quadri in più”.
Tutto chiaro?… O no?…
Ps – Ammetto: di urbanistica capisco poco, con l’italiano, invece, un tantino me la cavo e il “nucleo famigliare” che “si nuclearizza” può significare solo che viene dotato di energia nucleare. Hai visto mai che è stato trovato il rimedio al rischio di chiusura delle forniture di gas dalla Russia?
L’Amministrazione sta ripetendo un mantra per giustificare la decisione di continuare a consumare suolo con nuove costruzioni. Non potendo giustificarsi con l’aumento della popolazione che, nonostante un certo numero di immigrazioni, cala di anno in anno aumentando sempre più questa tendenza, afferma che le famiglie invece aumentano.
Questa convinzione si basa sulle statistiche ISTAT che riportano il dato fino al 2020. Questo dato mostra di fatto che il numero delle famiglie sta aumentando, ma ad un esame un po’ attento e meno “ideologico”, si vede benissimo che la linea di tendenza (calcolata facilmente trasferendo i dati su un foglio Excel) mostra inequivocabilmente che questo aumento sta velocemente azzerandosi e forse già quest’anno è probabilmente annullato. Di certo, se non intervengono eventi eccezionali (che non è certo l’aumento delle abitazioni che c’è sempre stato), negli anni a venire non solo andrà a zero, ma inizierà a diminuire.
A parte un minimo di lettura seria e competente dei dati statistici, questo andamento è anche prevedibile col semplice buon senso, perché le stesse statistiche mostrano che le famiglie sono in gran parte composte da persone anziane. Infatti la popolazione di Bagno a Ripoli è composta per ben il 23,6% da ultra settantenni che, dispiace dirlo, ma entro 12 anni (l’aspettativa di vita è 82 anni) saranno molto probabilmente morti con una media di quasi il 2% l’anno, portandosi dietro il numero di famiglie che determinano. Tutto questo per dire che l’Amministrazione si sta arrampicando sugli specchi per giustificare diversamente dalla speculazione edilizia un consumo di suolo di fatto ingiustificato specialmente alla luce dell’ormai incontestabile crisi ambientale e di tutte le linee guida regionali, nazionali, europee e mondiali.
Ma, ho letto bene? Peccato che queste cose vengano dette all’ultimo minuto, fino a pochi giorni fa non si facevano questi distinguo sugli abitanti. Erano 1500 persone normali, non “nuclearizzati”, termine che a mio modesto avviso appare solo un modo per non dire le cose come stanno.
Trovo vergognoso che il vicesindaco si rivolga ai cittadini dicendo loro che non capiscono nulla. La frase che lei riporta nell’articolo “concetto difficile da capire per chi tecnico non è” significa esattamente che noi povera plebaglia non siamo in grado di capire. Peccato che chi governa ha il dovere anche di ESSERE TRASPARENTE e dunque di farsi capire anche da chi “tecnico non è”.
Vogliono solo le case anche se non ce n’è bisogno, se restano vuote non importa, l’importante è che si costruisca questa è la verità.
Bisognerebbe che si rendessero noti dati di cui e’in possesso l’amministrazione: quante case sono sfitte? Nei primi anni del duemila erano oltre 700, nel frattempo sono state realizzate nuove abitazione e la popolazione non e’ cresciuta. Quante sono adesso? Quanti frazionamenti sono stati fatti negli ultimi anni? Perche’ costruire ancora quando il Piano prevedere oltre 26.000 metri quadri dal recupero di edifici non più utilizzati e che potrebbero dare vita ad oltre 300 nuove abitazioni?
Comprare un appartamento a Bagno a Ripoli per un sigle monoreddito non sarà tanto facile dati gli alti costi al metro quadro delle abitazioni in zona. Quindi sono previsti alloggi più piccoli? Oppure saranno dei sigle con stipendi molto alti.
Ma l”assessore dove vive? In tempi di crisi economica globale e di deindustrializzazione del nostro paese e di crisi ambientale globale, in tempi di invecchiamento e decremento demografico certificato dagli statistici, in tempi di legislazioni e accordi – in toscana, italia, europa e mondo globale – per imboccare nei fatti la transizione ecologica-energetica comincjando a non consumare piu’ il suolo e a non impermeabilizzarlo, in tempi in cui si guarda al paesaggio e all’agricoltura da integrare con conservazione-valorizzazione del nostro patrimonio culturale: ebbene di questi tempi, l’assessore non trova di meglio che partorire un piano anacronisticamente incentrato sulle betoniere al servizio della speculazione privata? Si guardi allo specchio…