Visto la forza dello sberleffo? Leonardo Pieraccioni pubblica su Facebook un video ironico sulla discesina delle Poste di Bagno a Ripoli, più scivolosa della pista di un palaghiaccio e più insidiosa dei marciapiedi dell’Antella quando piove, e subito si provvede (vedi articolo).
Mi pare ovvio che le prese di culo incidono più delle prese di posizione. E pure dei ruzzoloni di cui, sulla famigerata discesina, sono stati protagonisti tanti ripolesi.
Per questo invito l’attore-regista ad un “tour della speranza” nella convizione che possa avere effetti taumaturgici su alcuni lumacheschi iter burocratici tipici del suo e nostro territorio. Mi offro (gratuitamente) come Cicerone.
Partenza dalle sponde dell’Arno che dovranno ospitare il doppio ponte di Vallina, quasi sotto casa di Leonardo che domina dalla collina di Villamagna. Sempre in zona potrebbe gettare uno sguardo e pronunciarsi sulla passerella ciclopedonale che dovrà unire Bagno a Ripoli a Compiobbi e alla sua stazione ferroviaria.
Proseguendo oltre potremmo costeggiare il terreno del nuovo centro sportivo della Fiorentina. Forse anche lì una battuta del comico potrebbe davvero dare il via alla “prima pietra”. Sì, perché chissà se Commisso ha presente di aver partecipato a una maxi sceneggiata nella quale gli hanno dato pala (dorata) e secchiello (con messaggio ai posteri) per farlo divertire come un bimbo sulla spiaggia, ma in realtà i permessi a costruire non sono ancora stati rilasciati e le ruspe hanno i motori accesi ma le benne immobili.
Poi c’è il capolinea della tramvia. Qui Pieraccioni potrebbe sbizzarrirsi. Chiamare in casua Casini e Nardella, Pessina e Italia Nostra, Tar e Razzanelli, cittadini pro e cittadini contro, Guelfi e Ghibellini e chi più ne ha più ne metta.
Spostandosi nel versante Sud del Comune, eccoci all’autostrada e alla terza corsia. Dato l’incedere lento e rilassato dei lavori, c’è chi sospetta che di corsie stiano facendo anche la quarta e la quinta. Una gara a chi finisce dopo ingaggiata con il nuovo ingresso dell’ospedale dell’Annunziata, l’imponente androne dove individuare un operaio è più raro che trovare un Gronchi rosa (i filatelici sanno di cosa parlo) o un quadrifoglio in un prato.
Il gran finale non può essere che sulle colline intorno a Grassina. Là dove, narrano, un giorno si snoderà la Variante (nessun riferimento a quelle del Coronavirus). Opera ormai mitologica. Metà strada e metà sogno, o forse, incubo.
Ecco, Leonardo, prova a spararne una delle tue in mezzo ai cantieri abbandonati da anni, tra cespugli e reti rosse, monconi di cemento armato e ramificazioni di tondini di ferro. In caso di effetto positivo scatterebbero, senza neanche passare dal Via (ah, no, quello è Monopoli)… Senza neanche passare dalla beatificazione, l’applauso e il riconoscimento: “Santo subito”.
Facciamolo passare anche dall’antella, dove i marciapiedi, quando piove sembrano piste di pattinaggio. Chissà che non succeda il miracolo anche qui,