Il ciclone Pieraccioni sull’Antella. Ieri sera (venerdì 9 dicembre) l’attore è stato il mattatore della serata al Teatro comunale per la presentazione del libro “Il Ciclone quando passa” che racconta nascita e backstage del film che ha compiuto vent’anni in questi giorni. Con Pieraccioni presenti sul palco i due autori: Enrico Zoi, capo ufficio stampa del Comune di Bagno a Ripoli, e Philippe Chellini, anche lui dipendente comunale all’Ufficio relazioni col pubblico.
Prima di dare il via alla presentazione del libro, Pieraccioni ha accettato di dire due parole sull’Antella (di cui è un frequentatore) in esclusiva per QuiAntella (video sopra). E ha scambiato qualche battuta col sindaco Casini: “Che ne dici della trombatura del tuo amico Renzi?”. Sorriso amaro sul volto del sindaco che ha ricordato come Bagno a Ripoli sia stata comunque una “capitale” del Sì. E tu come hai votato – ho chiesto a Leonardo: “Ho votato… abbastanza”, ha risposto buttandola sulla battuta. Poi per un attimo si è fatto inusualmente serio e mi ha bisbigliato: “Ho votato No”. Quindi è tornato dal sindaco per chiedere rassicurazioni sulle scorribande ladresche nella zona dove abita (Case di San Romolo) e lumi sulla scultura alla rotonda di Rosano. “Che è quell’affare… con quei cosi verso l’alto…?”, ha detto mimando con le mani la struttura dell’opera di Atchugarry. Il sindaco gli ha dato qualche informazione: “Vale 100mila euro, non ti piace?”. “No, no, era per sapere. Insomma ve l’hanno regalata. Beh allora….”.
Poi, davanti ad una platea strapiena, è iniziato lo show di ricordi sul film. Sul palco, insieme a Pieraccioni e ai due autori, altri attori del Ciclone: Barbara Enrichi (Selvaggia), Giuliano Grande (“Che ce l’hai il Gratta e vinci te?”), Gianni Pellegrino (Nello, l’ortolano); l’aiuto regista Marco Limberti, Domenico Costanzo, regista amico di Pieraccioni; a condurre la serata, conclusa con la proiezione di scene del backstage del Ciclone, Giacomo De Bastiani.
“Un film è come un matrimonio o un referendum – ha detto Pieraccioni – non sai mai come va a finire. Ma se resiste anche dopo vent’anni significa che è un film felice. Se racconti una storia vera non sbagli mai”. E così è emerso cosa ha ispirato il Ciclone: storia non di pura fantasia, che il libro di Zoi e Chellini svela alla fine. “Per caso andando a fare la lavatrice in garage, mi capitò sotto gli occhi una foto di quando con i miei genitori prendevamo in affitto un casolare a Vaglia – ha raccontato Pieraccioni – Ho passato le mie vacanze lì dai tre ai 13 anni. La mi’ mamma aveva un’amica con cinque figlie, tutte bellissime. Io e i miei cugini aspettavamo con trepidazione il momento in cui sarebbero arrivate. Quando ho girato il Ciclone la foto non l’avevo ancora ritrovata. Ma quando è successo ho ricollegato che quello era i film della mia vita. Anche se intorno al casolare di Vaglia non c’erano i girasoli…”.