Coltivava marijuana in casa, sul balcone della propria abitazione, esponendo le piante in bella vista sulla terrazza della casa senza aver alcuna paura che potessero essere viste, anzi non curante del pericolo e con molta sfrontatezza, fino a quando i carabinieri della stazione di Ponte a Niccheri, guidati dal maresciallo Antonio Bonafede, nella serata di giovedì 18 agosto hanno effettuato un vero e proprio blitz nel suo appartamento in zona Sorgane arrestando il responsabile dell’illecita coltivazione.
L’operazione è nata a seguito dei continui servizi di pattugliamento svolti sul territorio da parte dei carabinieri di Grassina al fine soprattutto di prevenire i furti in abitazione. Ed infatti proprio durante uno di questi servizi i militari, mentre passavano nella zona di Sorgane, hanno notato su un terrazzo, molto ben visibile dalla strada, la presenza di varie piante che ad occhio nudo venivano riconosciute proprio come “piantine di marijuana”.
I carabinieri hanno immediatamente localizzato l’appartamento all’interno del quale sorprendevano un uomo, S.T., mentre, sul tavolo del soggiorno, stava lavorando alla marijuana già essiccata. Sul balcone della sua abitazione c’erano 25 piante di marjuana coltivate in vaso, ben curate, già con piccoli germogli. Dalla perquisizione eseguita i militari rinvenivano, oltre alle piante, anche sostanza stupefacente sempre del tipo “marijuana”, circa 200 grammi, già essiccata, bilancina di precisione nonché materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente.
La droga è stata sequestrata dai carabinieri e S.T., 50 anni, senza lavoro, con precedenti penali e di polizia in quanto già arrestato in passato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, è stato arrestato per coltivazione di sostanza stupefacente ed rinchiuso nel carcere di Sollicciano a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Aggiornamento ultim’ora
Sono in corso ulteriori indagini. L’arrestato risulta legato a una famiglia mafiosa di siciliani insediatisi da tempo a Firenze. L’esposizione sul terrazzo delle piante di marijuana non viene considerata dai carabinieri una semplice imprudenza ma l’affermazione della propria intoccabilità e la certezza che nessuno dei vicini avrebbe avuto il coraggio di denunciarlo alle forze dell’ordine. Un atto di sfrontatezza, quindi, che però lo ha portato in carcere.