articolo di MASSIMO CASPRINI
Forse è soltanto un presentimento dettato dall’amore che nutro per la terra natìa per la salvezza della quale io e tantissimi altri compaesani saremmo disposti a combattere con instancabile risolutezza delle battaglie, pur sapendo che la vittoria non sarebbe scontata. Ma l’importanza del nostro impegno dovrebbe diventare un dovere civile per far sentire la voce unanime e compatta di un’intera comunità.
Sono in via di ultimazione i lavori alla nuova viabilità e all’ampio parcheggio dell’ospedale Santa Maria Annunziata. Fino a lì, ovunque si rivolga lo sguardo, siamo sommersi da barriere in acciaio corten rugginoso alte quattro metri, da una distesa di auto parcheggiate su piani d’asfalto e di cemento, da ciclopiste mantate di rosso, dalla rotatoria sopraelevata della variante grassinese, da camminamenti e da strade che impediscono eternamente il respiro della terra, da muri e costruzioni che, da ogni lato, limitano la vista su una campagna ancora verde e luminosa.
È vero! Abbiamo perso una gran parte del nostro terreno naturale nel quale era fiorita una magnifica civiltà contadina e abbiamo fatto spazio a strutture tutte indubbiamente necessarie, anzi indispensabili, sulle quali si potrebbe disquisire ma che dobbiamo accettare perchè sono utili al nostro vivere.
Non so a quanti altri sia accaduto ma, proprio in questi giorni, ho avvertito una piacevole sensazione, o forse è soltanto un’impressione, quando, venendo da Firenze, sono arrivato all’ultima rotonda di fronte al Cancello del Pedriali. Una curva che, non solo ha voltato il mio viaggio, ma ha cambiato il mio pensiero. Sono stato coinvolto da un’idea di libertà, proprio varcando quella “Porta d’ingresso” ad un mondo completamente diverso.
Un sentore strano di indipendenza mi ha invischiato e trascinato in un ambiente nuovo. Davanti agli occhi si è aperta una visione con spazi aperti, puliti, fortunatamente ancora coltivati, che si insinuano fino al paese di Antella con, a destra, il Poggio a Grilli che sta rifiorendo. Da lì, lungo il serpeggiare del fiume Isone la vista si è allungata piacevolmente sulle colline di Montisoni, Fonte Santa e Poggio Firenze punteggiate da rare costruzioni di ex case coloniche e dove i boschi fanno una riposante cornice verde che rasserena l’animo e commuove.
È un privilegio che ognuno di noi può godere soffermandosi un attimo sulle panche di via del “Portale del Pedriali”, quasi un confine, una frontiera fra due mondi diversi che si può varcare senza impedimenti e sopraffazioni, animati da una tenace volontà di impegnarsi per tutelare e mantenere una piccola nicchia ecologica, storica e ambientale ancora vivibile.
Quindi, auspichiamo che, a breve, anche il Cancello del Pedriali – che ha da raccontarci tanta storia e che è stato salvato dalla demolizione grazie al buon senso – venga adeguatamente restaurato e diventi il monumento da onorare come il biglietto da visita di una piccola valle che esige, sempre di più, il massimo e attento rispetto di ogni sua componente.
Matteini lei ha dipinto una bellissima immagine. Difendiamo il nostro paradiso in terra dal cemento. Vi prego concittadini, metteteci tutte le vostre forze.
Ringrazio Matteini per avere pubblicato questo bellissimo articolo di Massimo Casprini.
Complimenti Massimo !
Mi scuso con Casprini! Ero in pausa pranzo dal lavoro e non ho letto bene chi era l’autore dell’articolo. Grazie anche a Matteini. Pagine di poesia che ogni tanto ci rincuorano. Ancora scuse ed ancora grazie
Grazie per il bellissimo e commovente racconto dell’ autore, ancora ci fa’ sperare che questa terra rimanga vivibile. Grazie di nuovo.