Via alla resa dei conti nel Pd di Bagno a Ripoli. I malumori sotto traccia percepiti nei mesi passati sono stati probabilmente alla base dell’insuccesso della candidatura Bartolini alle Regionali. L’esperienza e la notorietà acquisite in dieci anni da sindaco del comune più popoloso del collegio (Firenze 2) ne facevano il favorito. E’ arrivato quarto e la sua trombatura non poteva non produrre conseguenze. La prima, dirompente, sono le dimissioni del segretario comunale Daniele Olschki. Le formalizzerà tra un paio di settimane all’assemblea comunale (la data deve ancora essere confermata). Nel frattempo è già stata convocata l’assemblea del circolo Pd di Antella per martedì 9 che all’ordine del giorno, oltre alla discussione sui risultati elettorali e le dimissioni del segretario, ha anche le dimissioni da coordinatrice di Sandra Baragli, supporter di Bartolini dell’ultima ora.
Olschki, perché hai deciso di dimetterti nonostante la buona tenuta del Pd ripolese? Decisiva la bocciatura di Bartolini?
La sconfitta di Bartolini è l’ennesima sconfitta del Chianti, incapace di trovare un comune denominatore politico. C’è mancanza di coesione. Nel Pd sono presenti correnti che hanno disatteso le indicazioni dell’Unione comunale per questioni personali. Per la prima volta avevamo una chance chiara e l’abbiamo sprecata.
Nelle altre zone del collegio il Pd ha fatto un miglior gioco di squadra. Il Mugello ha votato compatto per Capirossi, per esempio. Perché non è successo qui nei confronti di Bartolini?
Contro di lui c’è stata una sistematica campagna sotterranea. Si è puntato a penalizzarlo mettendo in luce più gli errori fatti, perché tutti sbagliamo, rispetto alle tante cose buone realizzate nei suoi due mandati.
Ha pesato l’ispezione del Mef (Ministero economia e finanze) su alcuni atti della sua giunta?
Certamente qualcosa ha pesato.
Impallinato dal “fuoco amico” più che dagli avversari?
Quando il partito sceglie un candidato, poi va appoggiato, altrimenti si doveva sceglierne un altro. A Greve non è nato un comitato pro Bartolini, mentre a Bagno a Ripoli è stato fatto in appoggio a Maria Grazia Esposito.
Ripresenteresti la candidatura Bartolini o ti sei pentito della scelta?
Lo abbiamo scelto discutendone in due assemblee. Lui era disponibile. Abbiamo fatto una riflessione pensando ad altre possibili candidature ma nessuno si è fatto avanti.
Quindi candideresti Bartolini nuovamente?
Sì.
Nonostante il caso Mef lo potesse sconsigliare sotto il profilo dell’opportunità?
Sarebbe stato meglio che il caso fosse uscito prima e non a ridosso delle candidature, anche per non dare la sensazione di un uso strumentale e permettere una valutazione preventiva.
Le tue sono dimissioni irrevocabili?
Certo. Ma non mi dimetto per la bocciatura di Bartolini. Ho fatto grandi sforzi per favorire l’unità territoriale del Chianti, per esempio appoggiando Pescini alla Città metropolitana. Ma ho rilevato pulsioni nei comuni a sud (Tavarnelle, Barberino Val d’Elsa, Greve, San Casciano) a considerarsi una realtà politicamente separata. Le dimissioni non sono relative alla bocciatura ma alle cause che l’hanno prodotta. Se non l’ho fatto prima è perché mollare in campagna elettorale sarebbe stato problematico.
Nel Pd di Bagno a Ripoli da tempo si percepiscono tensioni.
Sopite le divisioni legate alla provenienza da passate esperienze politiche ne sono sopraggiunte altre.
Chi ne ha la responsabilità?
Ci sono impronte digitali dappertutto, anche se non sempre identificabili. Alcune frange del partito giocano come se fossero all’opposizione.
Il sindaco Casini ha dato il giusto appoggio alla candidatura di Bartolini?
No. Poteva essere più convinto, deciso e partecipato. E’ stato tiepido.
Dopo che l’assemblea comunale avrà ratificato le dimissioni inizierà il percorso che dovrà portare alla convocazione del congresso e all’elezione del nuovo segretario. Nel frattempo il Pd ripolese sarà guidato dai due vice: Stefano Pisilli e Laura Franchini.